Massive Attack: recensione concerto di Roma, Palalottomatica, 8 febbraio 2019

I Massive Attack del 2019 si prendono l'onere di esortare il pubblico a cominciare sin da subito a costruire un futuro migliore. E lo fanno con un concerto tanto concettuale quanto esaltante.

Massive Attack

Roma, Palalottomatica, 8 febbraio 2019

live report

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massive attack roma palaeur 8 febbraio 2019

Seppure della scaletta si sapeva già praticamente tutto, il concerto dei Massive Attack è riuscito ad essere sorprendente.

Assenti da 9 anni dagli scaffali dei dischi (Heligoland è ormai del 2010), l’occasione di questo tour sono i 20 anni (21, in verità) del capolavoro Mezzanine.

Più che di un concerto s’è trattato di un vero show multimediale di tipo concettuale, in cui i musicisti (fino a 9, a seconda delle diverse combinazioni per i diversi brani) sono stati relegati in penombra, distanti dal bordo del palco, a vantaggio di una sequenza di video la cui efficacia – raddoppiata dalla musica – ha lasciato il sold out del palazzo dello sport rapito ed estasiato per 100 minuti secchi, senza un bis, senza una sbavatura.

Siamo intrappolati in un loop perenne è la frase, in italiano, che arriva poco prima della chiusura del concerto. Spettacolo che ha sballottato i presenti in un turbinio di emozioni, in una trance ipnotica interrotta da tirate in acido, a loro volta interrotta dallo stato di beatitudine prodotto dalla sospensione dell’incredulità, sgretolata dai ceffoni emozionali di immagini di cruda realtà.

I Massive Attack del 2019 criticano ferocemente la civiltà delle immagini e la data-technology, colpevole di confonderci passato / presente / vero / falso, e per questo di compromettere il futuro.

Ma soprattutto i Massive Attack del qui e ora sono incazzati neri e si prendono l’onere di esortare il loro pubblico ad aprire gli occhi (così come lo hanno costretto nel loro spettacolo) e di cominciare sin da subito a costruire un futuro migliore, senza i vari Trump e Putin (confusi con effetti di morphing e salutati dai fischi di rito del pubblico).

In tutto questo Horace Andy ed Elisabeth Fraser, guests vocali, si sono dimostrati in gran spolvero, la doppia batteria ha funzionato a meraviglia, l’acustica del palasport (almeno dalla tribuna) è stata soddisfacente e Robert “3D” Del Naja & Soci hanno rimescolato le carte di Mezzanine proponendo anche le cover dei brani da cui all’epoca presero dei campionamenti.

I Massive Attack del 2019: magistrali. Estatici. Necessari.

Set-list concerto dei Massive Attack, Roma, 8 febbraio 2019, Palalottomatica

  • I Found a Reason (The Velvet Underground cover)
  • Risingson
  • 10:15 Saturday Night (The Cure cover)
  • Man Next Door (with Horace Andy)
  • Black Milk (with Elizabeth Fraser)
  • Mezzanine
  • Bela Lugosi’s Dead (Bauhaus cover)
  • Exchange
  • See a Man’s Face (Horace Andy cover) (with Horace Andy)
  • Dissolved Girl (with Elizabeth Fraser)
  • Where Have All the Flowers Gone? (Pete Seeger cover)
  • Inertia Creeps
  • Rockwrok (Ultravox cover)
  • Angel (with Horace Andy)
  • Teardrop (with Elizabeth Fraser)
  • Levels (Avicii cover)
  • Group Four (with Elizabeth Fraser)

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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