Lobina: la recensione di Clorofilla

Clorofilla dei Lobina è un concept emotivo nel quale le diverse contaminazioni sonore e melodiche creano atmosfere intense, cupe ed oniriche.

Lobina

Clorofilla

rock cantautorale, elettronica, ambient, urban

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recensione lobina clorofillaÈ uscito il primo EP di Lobina intitolato Clorofilla, autoprodotto ed anticipato dalla pubblicazione del primo singolo Molecole.

Clorofilla è un concept emotivo equilibrato ed “ecologista” (composto da cinque brani inediti) nel quale le diverse influenze sonore e melodiche, che vanno dalla scuola cantautorale nostrana (l’origine ligure non mente) alla contaminazione elettronica synth, creano una cornice ambient carica di atmosfere intense ed oniriche che accompagnano e danno ampio respiro, nonostante la natura malinconica delle composizioni, al percorso introspettivo della giovane cantautrice genovese, la cui vocalità può ricordare quella della ben più famosa Elisa.

Il tema centrale di questo lavoro discografico è la ricerca interiore e l’interazione simbolica degli “atomi che formano molecole”, dichiarando esplicitamente la necessità di prendere consapevolezza della propria identità nel rapporto simbiotico con il mondo esterno, tra empatia e distanze, tra leggerezza e caos.

Clorofilla è, dunque, un cammino di crescita spirituale autoreferenziale con il quale Lobina mette in musica la metafora della fotosintesi clorofilliana in quanto atto di reazione e trasformazione. Un ponte immaginifico che sfrutta, con dolcezza e tenacia, il linguaggio universale ed il valore terapeutico della musica (mai come in questo periodo storico) al fine di allontanarsi dall’infelicità dei ricordi, dal “male oscuro”, convertendo il dolore in rinascita, le cadute in risalite, l’inverno in primavera e le vecchie ombre in nuova luce.

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