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Hallows: la recensione di Subtle

Subtle è l'opera prima degli Hallows, duo di derivazione darkwave/synthwave/post-punk che ha pubblicato cinque tracce di effimera bellezza, martellanti e claustrofobiche.

Hallows

Subtle

(A Turntable Friend Records)

post-punk, darkwave, synthwave

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HALLOWS recensione subtlePrendi una notte interminabile piena di incubi sovrapposti, aggiungi l’inconsistenza di una vita mai realizzata secondo i propri sogni, l’alienazione di un mondo sordo e cieco alle sollecitazioni del singolo individuo e la disperazione di chi non si sente parte del gioco, poi tira le somme, il risultato si chiama Hallows.

Subtle è l’opera prima di questo duo di derivazione darkwave/synthwave/post-punk formatosi a Minneapolis/Saint Paul nel 2018 facendosi poi strada nella costa occidentale, cinque tracce di effimera bellezza su un tappeto martellante e spesso claustrofobico.

Dominique J. Rolando – Dom R. (voce, chitarra, synth, programmazione di batteria) e Vaneesha Dusoruth – Vanee D. (voce, synth, basso) presentano un prodotto perfettamente conforme alla scena di riferimento cui si rivolgono e non lasciano niente al caso, alcune citazioni sono evidenti ed al primo ascolto vengono in mente band come Soft Kill, Ritual Howls ma anche Tempers, Linea Aspera e in particolar modo Boy Harsher (solo più scuri).

Hallows mescola riff di chitarra melodiosa, linee di basso dominanti, sintetizzatori malinconici e risoluti, ritmi lirici e voci mutevoli che raccontano storie di solitudine e malessere quotidiano filtrati attraverso una lente di ingrandimento sensibile e sovraesposta. Recano con sé notizie di disagio: l’isolamento forzato, l’ansia e le paure, gli incubi dell’amore invadente, la vulnerabilità prostrata e una vita priva di concretezza. La mia principale ispirazione è la bellezza e il caos della vita moderna. Sento che essere umani in questi giorni è un’esperienza complicata (sia buona che cattiva). Anche se abbiamo così tanti comfort, tecnologia e opzioni, ci sentiamo ancora piuttosto limitati e inscatolati dice Dom R.

Out of sync apre il mini album con tutta la malinconia di cui può essere capace un essere umano, crepuscolare e brumosa, la traccia interamente strumentale gioca su un fraseggio convulso di synth, quando inizi ad entrarci dentro è già finita e ti lascia con la voglia di capire come sarebbe potuto essere il seguito.

Subtle (sottile) racconta lotte intestine di disagio e angoscia profonda con parole eufoniche, un malessere interiore impossibile da superare. Dapprima si visualizzano le ombre poi ci si arrende senza nemmeno più combattere. Sottile in ultima analisi vuol dire cedere, quando si tocca il fondo feriti da un dolore mai sentito non rimane che deporre le armi Non posso combattere, non combatterò. Il video appena uscito tratteggia a matita stralci di vita quotidiana,  diario di giorni a camminare avanti e indietro per le stesse strade, come in un film rigorosamente in bianco e nero. Una buona lezione di electrowave messa in pratica con grande perizia.

The call/revenge, primo singolo estratto, pesca nei labirinti del nostro io più nascosto. Due anime smarrite e perdute, seguono una voce e si fanno trasportare in un viaggio notturno speso a cercare qualcosa che forse non troveranno mai. La voce di Vanee D. spezza il mood terribilmente cupo e apre un varco di luce tra un mucchio di ombre riflesse, figure traslucide, depressione che si taglia col coltello, solitudine e umor nero. Nessuno si sfiora nel video diretto da Vanee D. ma le luci lontane della città che appaiono sul finale sono forse un messaggio di speranza.

Il bello però arriva alla quarta traccia, In a sleeping world, è un piccolo, meraviglioso saggio di darkwave nuda e cruda, storta, dissonante, malata, impura al punto giusto da farmi desiderare che duri il più a lungo possibile. Le voci che si intrecciano in modo perfetto alla ritmica ossessiva e dinamica, inquietano e conquistano tutti i sensi. Scrivere una canzone impeccabile si può.

Far too gone pesa come un macigno, un mantra psichedelico suonato in maniera ossessiva, avviluppato ad un loop dal quale si esce a malapena prima di diventare complici del delitto più efferato che si possa immaginare, non perdersi nella musica quando è lei stessa a chiedertelo. E qui si chiude il sipario, peccato….

Subtle è davvero un debutto che va oltre le migliori aspettative, gli Hallows sono pronti ad entrare di diritto nel gotha oscuro delle notti interminabili e dei sogni bruciati all’alba. Mi aspetto un grande futuro e, se devo essere sincera, sento che questa pena non mi sarà inflitta.

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