Girls Under Glass: recensione di Backdraft

A diciassette anni di distanza dall'ultima produzione, i Girls Under Glass rilasciano Backdraft, disco eterogeneo caratterizzato da un'accattivante fusione di stili musicali sinistri, cupi e gotici.

Girls Under Glass

Backdraft

(Dependent Records)

gothic-rock, dark-electro, post-punk

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Ci sono band che dopo un passato glorioso giustificato da un’imponente discografia e una consolidata fanbase, decidono misteriosamente di sparire, di dissolversi, di liquefarsi come neve al sole senza lasciare alcuna speranza per il futuro, sono rare le volte in cui decidono di tornare, rarissime quelle accompagnate da un messaggio stilistico fresco e convincente, in questo caso l’eccezione si chiama Girls Under Glass.

La storica band nata ad Amburgo nel 1986 e divenuta ben presto una punta di diamante della scena tedesca gothic rock/darkwave si riaffaccia sul mercato con un full-lenght al fulmicotone appena uscito sulla storica label Dependent Records.

A diciassette anni di distanza dall’ultima produzione, i Girls Under Glass rilasciano Backdraft, disco eterogeneo caratterizzato da un’accattivante fusione di stili musicali sinistri, cupi, gotici e perfino metal, il sound cambia repentinamente di traccia in traccia così come le ambientazioni che spaziano dalle onde oscure electro-industrial fino al post-punk melodico e al gothic rock nudo e crudo.

È come se in questo lungo periodo di assenza avessero ripreso forza e vigore, come se quella vecchia fiammella creativa rimasta a covare sotto la cenere si fosse improvvisamente riaccesa, non a caso il titolo dell’album descrive il fenomeno della combustione che avviene quando in uno spazio chiuso si esaurisce la gran parte di ossigeno, il vuoto prodotto aspira aria da qualsivoglia pertugio e se l’ossigeno torna a circolare in quello stesso spazio produce una nuova deflagrazione attraverso la cosiddetta fiammata di ritorno (Backdraft appunto).

La band si mostra con un approccio incandescente e camaleontico, ogni brano vive di vita propria, ogni stop è solo un altro start, si parte con la title track ed il suo intro brumoso pronto a defluire in un pozzo nero dilaniato da sognanti synth e linee vocali implose, uno di quei brani che volutamente non parte lasciando un vago senso di inquietudine mista a desiderio di scoprire come suonerà tutto il resto.

Cosa si nasconde dietro quel drappo impenetrabile di sensazioni catramose?

Nightkiss mette subito le cose in chiaro, i GUG sono ancora capaci di sguazzare nel gothic rock, vecchio distretto di appartenenza, il brano è tiratissimo e convince fino in fondo proprio come Tanz im Neonlicht annegato in un ritmo frenetico.

We Feel Alright, dal velenoso refrain, gira in un loop inarrestabile di synthoni e atmosfere acidissime, Tainted, super hit con l’eccellente featuring di Mortiis (aka Håvard Ellefsen, musicista norvegese maestro dell’industrial rock), martella, disgrega e riassembla, echi à la Killing Joke e vaghi rimandi ai Faith No More (quelli più ispirati) chiudono un cerchio assolutamente perfetto.

Altro giro altra hit, Eiskalt/Sunburst feat. DerHarms (aka Hauke Harms, membro fondatore e forza trainante dei GUG) è una fusione impeccabile di stile e maestria, tre minuti e mezzo di goduria uditiva tra labirintiche ossessioni sonore dominate da una voce fredda, metallica, quasi distaccata che declama versi in lingua madre… must.

Ma è proprio quando pensi di aver finalmente capito il mood che giungono inattese due ballad ispiratissime, la prima, No Hope No Fear, piazzata al centro esatto del disco è un piccolo capolavoro, un chimerico viaggio al di là dei confini spazio temporali governato dalla eccelsa voce guida mentre Heart on Fire chiude il sipario con estrema classe, l’intro dilatatissimo sfocia in un lattiginoso tappeto di synth dove si srotola un mantra irrequieto pronto ad esplodere in un cerchio concentrico di nephiliani, sofferti, goticismi.

I Girls Under Glass tornano con un disco davvero molto bello arricchito da una certosina cura del suono (valore aggiunto di non poca importanza) e una produzione maestosa, peccato aver dovuto aspettare così tanto tempo per questa incredibile fiammata di ritorno ma una cosa è certa, non abbiamo atteso invano.

 

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