Flying Lotus: Pattern + Grid World

Nel suo laboratorio sonoro, tra alambicchi e diavolerie elettroniche, l’alchimista e musicista multi-genere Flying Lotus sintetizza il suo ultimo Ep, varcando i tradizionali confini del mondo dance

Flying Lotus

Pattern + Grid World

(Cd, Warp Records)

electronic, hip-hop

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Flying-Lotus_Pattern-Grid-WorldE’ Steve Ellison la mente del “brand” Flying Lotus, un americano proveniente dall’assolata California con una base musicale molto spessa. Infatti può vantare parentele con artisti della caratura di Alice Coltrane e John Coltrane, affermati musicisti della scena jazz bop americana.

Il primo album: 1983, è uscito quattro anni fa con la Plug Records, ma per Fly Lo, così lo chiamano i fans, la svolta è arrivata nel 2007. Infatti è entrato nella scuderia della Warp records, dove ha registrato prima un Ep e poi due album: Los Angeles e Cosmogramma.

E difatti l’ultimo Ep: Pattern + Grid World sembra proprio essere l’estensione naturale di Cosmogramma che, con i suoi ambiziosi arrangiamenti e con profondi strati sonori sovrapposti, ha colpito nel segno critica e seguaci.

L’ Ep si apre con Clay, dove atmosfere nebbiose fanno da spalla all’ingresso delle batterie e delle manipolazioni che si avvertono  in superficie.

Kill your co-workers, ovvero la traccia due, è confezionata in modo diverso. Sintetizzatori analogici si srotolano su ritmiche spezzettate, con il sorprendente risultato che si ha l’impressione di trovarsi in un livello di mario bros; il celebre gioco della nintendo.

Eppure premendo il tasto forward e andando al brano successivo, nuovamente si cambia scenario. Forme d’onda compresse e dilatate, con sotto una batteria quasi da banda in assetto da parata: questa è PieFace. E letteralmente trasporta in paesaggi da cartone animato e vocine cariche d’elio, dove da un momento all’altro possono fare capolino Willy e il coyote che si rincorrono.

E non si ferma qua perché in successione c’è Time Vampires, che con suoni ambience spettrali, quasi ectoplasmi ambient, trasmettono un’angoscia da palude in Transilvania.

Ma le sorprese non sono terminate, in quanto la traccia 5, denominata Jurassic Motion ¼ M Theory, miscela ruggenti battiti tribali e voci di sciamani a ritmiche più care all’hip hop, dimostrando gusto e abilità nell’improvvisare.

Di sicuro Fly Lo non conosce la noia, né la ripetitività, in quanto la varietà non manca. Pur considerando che, in questo Ep, ci sono sette tracce concentrate in diciannove minuti.

La chiusura è affidata a Physics Theory, dove un interessante lavoro ritmo/melodia apre a un crescendo di bleep and bass ed effetti fino a perderne il controllo; quasi stesse torturando un vecchio Roland 303, il padre dell’acid.

Dopo un’analisi abbastaza attenta dell’Ep, non posso fare altro che confermare quanto detto in precedenza, e cioè che questo lavoro è la conclusione che mancava in Cosmogramma, o, se preferite, la sua naturale estensione. Si respira la stessa aria rarefatta e si percepiscono le medesime sensazioni. Buon viaggio dunque, perché di questo si tratta, per chi si mette all’ascolto.

 

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