Electric Campfire 2017: recensione Final Edition (Alva Noto, Island People, Byetone, Robert Lipok, …)

Nonostante l'annuncio che quella di quest'anno è la decima e ultima edizione dell'Electric Campfire, l'atmosfera a Villa Massimo è comunque quella di una festa. Ecco com'è andata

Raster-Noton’s Electric Campfire 2017 (Final Edition)

Roma, Villa Massimo, Accademia di Cultura Tedesca, 8 settembre 2017

live report

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recensione electric campfire 2017 villa massimo

 

Nonostante l’annuncio che quella di quest’anno è la decima e ultima edizione dell’Electric Campfire (che quindi NON avrà un seguito, sigh), l’atmosfera a Villa Massimo è comunque quella di una festa.

recensione electric campfire 2017
Electric Campfire 2017 – foto di Massimo Garofalo

Tante cose sono cambiate nel corso di questi 10 anni e tante proprio nell’anno in corso.

In primo luogo il sodalizio di Alva Noto (ex borsista dell’Accademia) e Byetone, che hanno deciso di separare i loro destini imprenditoriali: a Byetone rimane quella che ora si chiama Raster-Media e ad Alva Noto la Noton, che ormai sono quindi due etichette discografiche distinte e separate, anche se ciò non esclude che i due possano continuare a collaborare insieme per alcuni progetti.

In secondo luogo l’Accademia di Cultura Tedesca, padrona di casa, ha deciso di non poter continuare con numeri così grandi (l’Electric Campfire è partito nel 2007 con un pubblico di 300 persone, mentre quest’anni i 1.500 posti disponibili sono stati bruciati in 2 minuti) e continuerà le sue attività infoltendo il calendario, ma con eventi decisamente dedicati a un pubblico meno numeroso, concerti di musica elettronica compresa.

E poi… C’è la fase di stallo che sta vivendo un po’ tutto il filone della musica elettronica, fatte salve alcune luminose eccezioni (avete letto le cronache delle passate edizioni del festival?).

La formula di quest’anno è la stessa degli anni passati: circa 4 ore di musica in cui s’alternano musicisti di stretta matrice elettronica, coadiuvati da visual-artists, e la grande festa finale con una jam session a base di computer e diavolerie elettroniche.

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Island People – foto di Massimo Garofalo

La serata s’è aperta col trip digitale degli Island People: debutto discografico e debutto live assoluto per il quartetto diviso tra Glasgow e Berlino e formato da Conor Dalton (ingegnere del suono), David Donaldson (producer), Graeme Reedie (dj) e Ian MacLennan (chitarrista). Il loro set è il più lungo della serata (ben 45 minuti contro i 30 di media degli altri, fatto salva la jam session finale, di circa un’ora) ed è un vero e proprio viaggio fisico e mentale tra suoni naturali, strutture ambient sofisticatissime, tappeti di tastiere e drones prodotti dalle due chitarre in azione (oltre alle macchine, una tastiera e un iPad, strumento che vedremo in uso un po’ da tutti, come mixer o con software per produrre e oscillare suoni). Il loro omonimo debutto discografico è consigliatissimo a tutti gli amanti del genere (e non solo) e il loro live set è stata la sorpresa più bella dell’Electric Campfire di quest’anno.

Byetone & Ueno Masaaki - Foto di Massimo Garofalo
Byetone & Ueno Masaaki – Foto di Massimo Garofalo

L’artista giapponese Ueno Masaaki ha un nuovo EP in cantiere per la Raster-Media, che viene presentato stasera; giovanissimo ed emozionatissimo (nonostante già passato a Villa Massimo nel 2014), viene preso per mano da Byetone, che proprio non ce la fa a trattenere le sue ipertrofiche bordate techno, che libera nel finale del set. Masaaki è da riascoltare a bocce ferme, ma le sue sperimentazioni a un primo ascolto sono sembrate ancora un po’ acerbe.

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Alva Noto & Anne-James Chaton – foto di Massimo Garofalo

Alva Noto, passata l’ubriacatura per l’Oscar vinto per la colonna sonora di The Revenant, scritta in condominio con Ryuichi Sakamoto, sta per far uscire un disco nuovo di zecca di cui però stasera non c’è traccia, dato che ha promesso di farlo ascoltare in anteprima in un imminente concerto a Firenze. Il suo set, dalle atmosfere che puntano sul ritmo e non troppo distante da quanto proposto lo scorso anno, è saldamente accompagnato da suggestivi visual che sottolineano le sperimentazioni linguistiche di Anne-James Chaton, impegnato al microfono.

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Dasha Rush & Kyoka – foto di Massimo Garofalo

Dasha Rush è un’artista e producer di origine russa; può rivelarsi una raffinatissima musicista di ambient music e/o impegnarsi in techno a volte sperimentale, a volte convenzionale. Dopo l’emozionantissimo ambient-live-set di due anni fa, stavolta si esibisce a 4 mani (e due computer) con Kyoka, giovanissima giapponese con un interessante disco di debutto alle spalle, ma dalle prove live non sempre convincenti. Così come non convince del tutto il live set che le due alfiere del computer propongono stasera e le cui parti vocali (campionamenti in diretta di brevi vocalizzi messi in loop) hanno dato l’idea di non essere state sufficientemente preparate. Meglio seguire i loro lavori in proprio.

Fonte: villamassimo.de

Il gran finale avrebbe dovuto essere il set di Grischa Lichtberger (computer) + Robert Lipok (chitarra, computer e suoni terrorizzanti dall’iPad) + Max Dax (voce e che omaggia il pubblico “cantando” Roma nun fa la stupida stasera); ben presto però le scariche di rumore bianco e le escursioni ritmiche del terzetto vengono infettate da… praticamente tutti gli altri (Island People esclusi), che alla spicciolata prendono il palco e si danno da fare per quella che risulterà come una vera e propria jam session digitale. Byetone monta un computer al volo, Dasha Rush strofina il microfono su una chitarra, Alva Noto maneggia le sue scatole effetti e il suo iPad, Kyoka prova a intervenire vocalmente. Grandissimo divertimento sicuramente degli artisti, ma anche per il pubblico, che si trova davanti (e nelle orecchie) una vera e propria improvvisazione in salsa bit & beats.

Il resto… è la solita piacevolissima ospitalità offerta dall’Accademia (birra a volontà per tutti), lo spiacevolmente solito pubblico romano (sempre troppo impegnato in uno sgradevole chiacchiericcio), la solita orgia di musica (ottima, buona, così così, non importa).

Si chiude così un’era e un’epoca, per la quale va un caloroso ringraziamento all’Accademia e il cui futuro è meravigliosamente incerto.

 

Guarda i video dell’Electric Campfire 2017

 

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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