Down To None: Ouverture

Fa ben sperare per il futuro dei Down To None il loro esordio Ouverture, deciso e mai noioso

Down To None

Ouverture

(Cd, Risingworks/Self Distribuzione, 2008)

hard rock


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Veramente un bell’album solido e potente questo della band livornese Down To None, di cui Ouverture costituisce l’esordio di tutto rispetto. Il quintetto nasce nel 2003 e dopo un primo Ep che conferisce alla band un discreto successo, conquistato anche grazie ad una intensa attività dal vivo, può finalmente dare luce al primo full-length, accuratamente prodotto e confezionato e che offre uno spaccato delle potenzialità di questa formazione.

Dodici brani compatti, densi e ascoltabilissimi, trascinanti dalla prima all’ultima traccia. L’album supera anche la sfida dei testi in italiano, che il vocalist riesce a gestire al meglio destreggiandosi tra infidi accenti e scivolosi polisillabi, dando ottime prove vocali.

Le prime cinque tracce sono aggressive, sferzanti, martellanti (specialmente la cupa Ouverture e Aria, brano che è diventato anche un videoclip per la regia di Carlo Strata). Breakthru, cantata in inglese, notevolmente più melodica, con tanto di pianoforte, è segnata da una corrente più morbida. Notevoli i due brani successivi: Fino In Fondo, è oscura e appiccicosa, intrisa di un malessere che esplode in corso d’opera. Come accade nel vertiginoso temporale sonoro di Dentro Un Attimo.

Poi ci si trova alle prese con la sospesa tranquillità costantemente spazzata via dalla tempesta in La Prima Volta, e infine l’atmosfera mesta dell’acustico Essere Come Te, sincero e rassegnato, che ci congeda lasciandoci una sensazione amara. Ma d’altro canto anche con la soddisfazione di aver ascoltato un lavoro intenso e promettente.

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Miranda Saccaro
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