Bromance: recensione disco omonimo (un parere positivo)

Il quartetto bolognese Bromance debutta con questo omonimo EP dalle tinte cupe e graffianti nello stesso tempo.

Bromance

s/t

(Seahorse & Stand Alone Complex)

post-punk

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Immagino Bologna in una fredda notte avvolta dalla nebbia e premetto che nella splendida città in un contesto simile non ci sono mai stato. Ma se dovesse mai capitarmi sono sicuro che ad accompagnarmi ci sarà la musica dei Bromance.

Il quartetto bolognese Bromance debutta con questo omonimo EP dalle tinte cupe e graffianti nello stesso tempo. Senza dubbi il mini disco entrerebbe nelle grazie di noti personaggi come Peter Murphy, Valor Kand o Trent Reznor. Questo lavoro, infatti, mostra un alone di oscurità da far gelare il sangue a band ancora più affermate. Il sound di questi quattro artisti ti rapisce e il disco si fa ascoltare anche più di una volta consecutivamente. E’ interessante, inoltre, come il basso, la chitarra e la batteria si sentano con limpidezza.

Entrando nel dettaglio, il disco si apre egregiamente sulle note della claustrofobica Twin Chicks, questa, una traccia che ricorda, in parte, i primi Christian Death. La seconda traccia è Blow My Dice e la bellezza di questa sta nella vena blues che si sente. Adesso, facciamo qualche passo indietro e torniamo alla passeggiata a Bologna. La canzone che girerebbe nel lettore per più di una volta è Four Seasons Souvenir. Parliamo della canzone più bella del disco: cupa, sinistra e malinconica. Il suono della chitarra è trascinante e la voce di Peter Smith emana sensazioni spettacolari. Con l’ipnotica Hard Black Suit si entra in una specie di trance e tutto ciò che immagini, attraverso questa, hanno colori scuri e opachi.  L’ EP si chiude in bellezza con la ritmata Doubt On The Balcony Boudoir.

Alla fine dei conti  i Bromance risultano essere un gruppo davvero interessante. Le atmosfere che creano e il sound adottato ha davvero qualcosa di personale e con il tempo, con questa determinazione, sicuramente faranno strada. Buona la prima.

N.B.: anche il nostro Francesco Brunale ha recensito questo disco, con opinioni diametralmente opposte all’autore di questa recensione (Vincenzo Scillia). Leggi la recensione di Francesco Brunale.

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Vincenzo Scillia
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