Babybird: Ex-Maniac

Il bel ritorno di un creatore di hit, uscito per un po' dalla luce dei riflettori e tornato per provare a brillare di luce propria. Babybird - aka Stephen Jones - anche stavolta ha realizzato un disco pop a imassimi livelli. Con la complicità di Johnny Depp

Babybird

Ex-Maniac

(Cd, Unison Music)

pop, rock


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Era il 1996, e tutti avevano in testa e nelle orecchie la canzone You’re Gorgeous. Si sentiva ovunque ed è stata la musica utilizzata per lo spot pubblicitario di una nota acqua minerale, né liscia, né gassata. Ebbene, come spesso accade nel nostro paesello, poiché il motivetto è accattivante ed orecchiabile per il pubblico, e le parole del ritornello sono del tipo “oh, come sei meravigliosa, farei qualunque cosa per te”, passa del tutto inosservato il fatto che, senza nessun tipo di ironia, come qualcuno ha voluto ipotizzare, la canzone parla di una situazione molto più simile ad uno stupro che ad una passione amorosa, alla circonvenzione di una ragazza con la promessa della fama delle copertine dei giornali, più che di una dichiarazione d’amore.

Perché così sono le canzoni di Babybird, alias Stephen Jones, una specie di Kiefer Sutherland della musica, melodie armoniose ed affascinanti con testi che parlano di omicidi ed odio, in perfetta antitesi con l’atmosfera che crea la sua musica. Ma da qui a dedicare alla propria fidanzata You’re Gorgeous, ne passa!

Lo avevo persi di vista, devo essere sincero, ma la possibilità di ascoltare il suo ultimo lavoro mi ha dato lo stimolo necessario per andare a cercare cosa ha fatto nell’ultimo decennio.

L’album è bello, c’è poco da dire. I brani sono ben strutturati, la scaletta ben definita, come al solito i testi, tutti da apprezzare per la loro cattiveria e cinismo, alternati alla dolcezza musicale.

Il primo singolo Unloveable ha la particolarità di avere come chitarrista ospite un personaggio perfettamente in linea con lo stesso Jones, ovverosia Johnny Depp, che ha curato anche la regia del primo video. Canzoni che parlano dei lati più oscuri dell’umanità: il desiderio di uccidere, di uccidersi e non riuscirci, di autodistruggersi, di non riuscire neanche a fallire. Il tutto con musiche ricche di sha la la e sonorità che fanno pensare a scene idilliache, senza accorgersi del sangue e del fango che fanno da cornice.

Unica pecca: la spiccata somiglianza di Bastard con la parte centrale di Celebrity Skin delle Hole, ma sono solo poche battute.

Mi raccomando, se avete intenzione di comprarlo, fatelo con slancio, ma leggete i testi prima di regalarlo con dedica alla vostra o al vostro amato. Potrebbe non apprezzare la dedica, la musica sicuramente sì!

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Antonio Viscido
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