Aquefrigide: La Razza

Una sorpresa questo La Razza. Una sorpresa regalataci da Aquefrigide, per chiunque voglia fare suo un mondo diverso, strano ed un po' pazzo

Aquefrigide

La Razza

(CD, Subsound Record)

metal, alternative, industrial

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Sono trascorsi tre anni dalla release del precedente album Un Caso Isolato. Spero che nessuno commetta l’errore di pensare che Aquefrigide abbia rinunciato alla sua, ormai, consueta follia schizoide perché no, non lo ha fatto. Infatti, se è possibile, questo nuovo La Razza è ancora più sconclusionato ed ingarbugliato del suo predecessore.

Un lavoro di quindici canzoni fatto di sussurri, lamenti ed urla.

Musicalmente ottimo, si arricchisce di testi effettivamente particolari. Testi che sarebbe meglio non considerare a prescindere dal contesto musicale in cui sono calati. Perché il suono alla Marilyn Manson e Rammstein che si incontrano per fare baldoria rende tutto più accettabile. Accettabile dato che le rime di cui parlo sono quasi bambinesche ed abbastanza confuse. Perché non si riesce a capire se siano state scritte a caso oppure siano davvero il frutto di una illuminante, fulminante ispirazione dettata da un grande estro e da una, decisamente presente, rabbia repressa.

Rabbia che viene sputata fuori come veleno dai denti di un serpente. Rabbia che si esprime contro i temi più disparati, dalla droga alla sessualità. Rabbia così furente come in Svastika o Bromuro (Fankulo Tutto). Tocco di classe l’uso delle k nei titoli.

Ma se è qualcosa di diverso quello che si cerca, allora questo album sarà una piacevole sorpresa. Si lascia ascoltare bene, infatti. E, forse, la confusione che può provocare potrebbe lasciare spazio alle più disparate interpretazioni. Come fosse una finestra su un mondo assurdo, magari quello di Erbeta Il Gigante Gassoso (giusto per citare un altro brano), in cui ciascuno riuscirà a trovare quello di cui ha bisogno.

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