An Early Bird: recensione di Diviner

Il cantautore polistrumentista partenopeo Stefano De Stefano, aka An Early Bird, continua ad affinare il suo percorso di ricerca identitaria e maturità cantautorale, nella convivenza tra musica acustica ed elettronica.

An Early Bird

Diviner

(Greywood Records)

folk acustico, elettronica ambient, synth-gaze, dream-gaze, folk-gaze

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An Early Bird - Diviner - recensione (1)A distanza di poco meno di un anno dalla pubblicazione di Echoes Of Unspoken Words, An Early Bird (pseudonimo di Stefano De Stefano) manda alle stampe il suo nuovo album intitolato Diviner, edito per l’etichetta tedesca Greywood Records e anticipato dall’uscita dei singoli Fishes In The Ocean, Under My Skin e Holding Onto Hope.

Con la realizzazione di Diviner, il cantautore polistrumentista partenopeo continua ad affinare il suo percorso di ricerca identitaria e maturità cantautorale, nella convivenza tra musica acustica ed elettronica: un passo avanti verso sonorità diverse, con le quali Stefano De Stefano, aka An Early Bird, ha impreziosito la sua instancabile ed insaziabile ispirazione comunicativa, spostandosi progressivamente dalla comfort zone dei suoni indie folk del primo album Of Ghosts & Marvels, per virare verso un linguaggio sonoro sempre più atmosferico, glassato, rilassante e aderente a certe musicalità synth folk-soul contemporanee e di maggiore spendibilità internazionale (se non addirittura social), come nell’EP In Depths, e soprattutto nel recente Echoes Of Unspoken Words.

Liberando i colori policromati e maturi di una primavera oramai prossima a cedere il passo alla nuova stagione, e facendosi metafora e soundtrack di un rinnovato spartito, An Early Bird mette insieme 10 istantanee che profumano di vissuto, di storie d’amore, di delusioni e rinascite, tra brani ripescati dal cassetto del passato ed altri nuovi di zecca, creando un impianto armonico e artigianale, sostenuto e mitigato da arpeggi di chitarre acustiche, tappeti ambient, effetti delay, timide distorsioni e riff di piano e synth.

Conservando la stessa gratitudine (fin troppo) nei confronti di quel mood espressivo, poetico e agreste alla Bon Iver, Stu Larsen, Iron & Wine e Benjamin Francis Leftwich, e senza snaturare quella lontana e raffinata radice folk che richiama lo stile classico di James Taylor, An Early Bird colleziona una serie di ballad folk contemplative, melodiche, agrodolci, sognanti, frizzanti ed epidermiche, servendosi di quei caldi e morbidi vapori beat che si insinuano sottopelle, accarezzando e plasmando, con sentimento e tenerezza, certi scenari fatti di ricordi e speranze, di realtà e immaginazione.

Diviner è un disco positivo sull’amore e la vita, un comeback ricco di significati con il quale Stefano De Stefano, muovendosi con passo felino, e inseguendo suggestioni e ipotesi secondo l’antica arte dei rabdomanti, cerca di trasmettere emozioni contrastanti in musica, lasciandoci osservare quel mondo romantico e nostalgico attraverso i suoi occhi, e andando a comporre un vero e proprio alveare più emotivo ed introspettivo che fisico.

Con questo nuovo capitolo discografico, An Early Bird riesce a sfiorare certe vibrazioni essenziali provenienti dagli elementi presenti in natura e a catturarne gli attimi fuggevoli e il loro nettare ambrosiano: a volte bisogna fermarsi per ricalibrare le priorità del nostro vivere abitudinario ed è al contempo necessario riflettere sulla profondità delle connessioni interpersonali, al fine di riscoprire e riportare in superficie certi tesori nascosti e preziosi, come la semplicità dei piccoli gesti quotidiani.

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