Ammonal: Beginning The End Of Everything

L'inizio della fine non poteva presentarsi con toni più aspri e neri come fa nel demo dei milanesi Ammonal

Ammonal

Beginning The End Of Everything

(Cd, Autoproduzione)

melodic death metal

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AmmonalBeginningTheEndOfEverythingIl biglietto da visita degli Ammonal delinea un profilo interessante per il quintetto lombardo. Le sei tracce di Beginning The End Of Everything riescono a dare un’idea completa e trasversale rispetto al carattere e alle sfumature della loro musica, un death metal melodico che non disdegna di uscire dal sentiero già battuto facendo incursioni in territori più sperimentali.

I paesaggi mentali sono foschi, tesi, la visione è apocalittica, sembra animare di moti turbisnosi gli scorci di incubo di Hieronymus Bosch, le fiamme su fondo nero. Questo impatto denso, abissale, nutrito dello scalpitare polveroso e matallico delle chitarre, di un ritmo sempre serratissimo e di un growl diabolico si sposa – già dall’Intro che ha lo stesso titolo dell’album – con un approccio melodico, a volte di respiro orchestrale e sostenuto dall’approccio liquido e interessante delle tastiere.

Il contrasto tra asprezza e melodia è gestito in modo spontaneo, ben bilanciato. Ai suoi estremi si trovano Final War, da un lato, con riffs acuminati e inquietanti e il ritornello che sembra un inno nero. All’estremo opposto I Bleed e la sua atmosfera uscita dal folklore nordico, un sabba in piena luce lunare, chiaroscurato e drammatico, con il supporto di una voce femminile che crea un controcanto morbido e nostalgico.

Nel mezzo, divagazioni poco meno che spiazzanti che animano di guizzi inaspettati il lavoro della band, come il ritmo sincopato di Doctrine Of Submission, che si inserisce come un cuneo insolito tra chitarre aspre e sussurri rabbiosi, e le contaminazioni inaspettate, brusche e trascinanti di Fucking Blues.

In ultima battuta, le esplosioni indiavolate di You’ll Never See, You’ll Never Know. Speriamo invece che i nostri si facciano vedere di nuovo e facciano sapere qualcosa di loro, dando seguito a questo demo evocativo e pieno di charme che rifugge dal riproporre formule logore.

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Miranda Saccaro
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