Alexander Robotnick: Oh no….Robotnick!

Oh no….Robotnick! è un disco capace di impressionare non solo gli adepti al verbo dell'electro, ma tutti gli appassionati di dance music con particolare rispetto per gli anni '80

Alexander Robotnick

Oh no….Robotnick!

(Cd, Hot Elephant Music/Audioglobe, 2003)

electro

Maurizio Dami, storico produttore ed autore dance, molto noto negli anni ’80, approfitta dell’ondata electro per tornare a proporsi in prima persona, seppure sotto lo pseudonimo di Alexander Robotnick.
Oh no….Robotnick! è un disco capace di impressionare non solo gli adepti al verbo dell’electro, ma tutti gli appassionati di dance music con particolare rispetto per gli anni ’80. Dami infatti approfitta del suo album per, in ogni brano, omaggiare/citare un genere o un filone di quel periodo, passando attraverso tutto ciò che ha anche influenzato i dancefloor di quegli anni, ma allo stesso tempo senza lasciare nell’ascoltatore alcuna fastiosa sensazione di retrò. Anzi. Suonando straordinariamente moderno ed attuale come solo i veri fuoriclasse sanno fare.
Electropop, electronic body music, dark dance, house e un atto d’amore verso i Kraftwewrk: questi sono alcuni degli ingredienti di Oh no….Robotnick!, un disco pervaso da atmosfere oscure e che non dimentica di gettare un’occhio sul sociale. Dami infatti cerca, con tutti i limiti del genere, di approfittare delle sue canzoni per manifestare la sua incazzatura verso il consumismo, le derive delle ideologie e l’alienazione diffusa. Ma a parte l’umore nero di Robotnik, questo è un disco colto e divertente dall’inizio alla fine, senza un attimo di noia e zeppo di canzoni già candidate a diventare classici dell’electro.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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