Ferbegy: Roundabout

Roundabout è il nuovo disco dei Ferbegy, un rock venato di elettronica e di vaghi sentori trip-hop

Ferbegy

Roundabout

(Riff Records)

indie, electro, rock, trip-hop

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Roundabout è il nuovo disco dei Ferbegy, che portano alla luce un suono nordico a base di un rock soffice ed elegante, venato di elettronica e folk ma anche di vaghi sentori trip-hop.

Dopo un anno di lavoro è venuto al mondo Roundabout registrato al Microcosmopop di Bolzano e pubblicato dall’etichetta Riff Records. Il disco è stato anticipato dal singolo, anche video, di How Many Times.

La band è attiva dal 2009 e ha sulle spalle parecchi live e fin dal principio ha lavorato notevolmente in sala prove focalizzandosi ed eccellendo dal punto di vista del suono.

Un percorso di crescita inserito a pieno nei nove brani di Roundabout, ben strutturati e pensati, caratterizzati da una forte propensione alla costruzione di atmosfere melodiche particolari, suggestive e di buon spessore.

Tutto questo si traduce in arrangiamenti curati e pezzi che fanno della stratificazione sonora il loro punto di forza, ogni suono non è lì per caso, ma è stato oculatamente inserito secondo la loro concezione di fare musica. La voce di Anna Mongelli accompagna perfettamente l’incedere affascinante del tappeto sonoro di tutto il repertorio.

 

Roundabout è l’anello di congiunzione tra diverse strade. Una via che non ha né inizio né fine, ma rincorre sé stessa in un ciclo continuo. È una giostra, un luogo magico, dove tutto si muove tranne il suo centro. ‘Canzoni che per noi rappresentano un cambiamento, forse un’evoluzione’ – ha dichiarato Dario Mongelli spiegando il significato del titolo del disco.

Il sound dei Ferbegy miscela sonorità vintage e moderne. Nei primi anni di carriera la band si è rafforzata grazie al loro background musicale folk-rock britannico degli anni sessanta-settanta e da band di genere elettronica e synth, trip hop, dream pop, glitch.

L’apertura del disco è riservata a Butterfly Lullaby, canzone in cui la batteria nervosa, secca e saltellante, emula il suono delle ali di una farfalla miscelandosi piano piano con un sound di matrice elettronica e psichedelica.

Altrettanta avvenenza si può trovare in Moth, dove si può percepire un cambio di voce e  di ambiente, accompagnato solamente da un giro malinconico di chitarra in background. Athletic Meditation al contrario, punta sulla ritmica e su un drumming evidente e forsennato.

In They See You Alone e Empty Streets i ritmi si fanno più incessanti, sostenuti da una chitarra dai toni chiaramente funky e da un beat consistente, un gioco di ombre e luci con un basso pronunciato e una vocalità sempre elegante.

How Many Times e Unter Den Linden, hanno un intermezzo di sonorità di chitarra dolce e di una ritmica lieve, così da assumere toni quasi madrigali. Dalla dolce ricarica strumentale di Jewel, si chiude con Forest Ranger, brano che più di tutti unisce la loro forte passione per il folk, l’elettronica-ambient-noise e con un pizzico di brillante acid jazz.

Nel nuovo progetto dei Ferbegy, c’è la scelta di ricercare un genere ampio, possiamo dire camaleontico, che possa creare musica dolce e gentile, nella quale la strumentazione elettronica e analogica si miscelano in modo lineare nello stato d’animo di chi ascolta.

Roundabout si è dimostrato un ottimo disco, dall’ascolto piacevole e di pregiata fattura, strutturato a regola d’arte da una band che ha talento, buon gusto e voglia di sperimentare.

 

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