Lorenzo Bertocchini & The Apple Pirates: Uncertain, Texas

Ad undici anni dal debutto discografico Greatest Hits, la band italiana ritorna sulle scene con un disco che più americano non si può

Lorenzo Bertocchini & The Apple Pirates

Uncertain, Texas

(CD, Apple Pirates)

rock

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lorenzo-bertocchini-the-apple-pirates-foto-di-federica-guidaliChe tra Lorenzo Bertocchini e gli Stati Uniti ci sia un forte legame è ormai un fatto assodato, basti pensare alla partecipazione di Elliot Murphy nel disco d’esordio del ’98 con il brano Time to Love again e alle esibizioni con gli Apple Pirates che gli hanno permesso di dividere il palco con gente del calibro di Bruce Springsteen. Ed è infatti proprio ‘The Boss’ ad essere il maggior riferimento per lo stile di Bertocchini & Co., fino a diventare quasi una maschera.

Il titolo del disco, Uncertain, Texas cerca in qualche modo di accomunare l’America a Varese, città nella quale il nostro Lorenzo vive (in un castello tra l’altro). Il legame si trova nel fatto che Uncertain è una cittadina che sperduta nel Texas che, come Varese, si trova sulle sponde di un lago. Inoltre per il frontman l’incertezza (uncertain guarda caso) non risparmia per nulla la cittadina lombarda.

Uncertain, Texas contiene la bellezza di 15 tracce per più di un ora di folk-rock-blues. La tecnica dei musicisti e la metodologia con la quale è stato concepito l’album sono ineccepibili. Il disco si apre con la ritmata Everybody dove già sax ed armonica ci imprimono nel cervello la forte immagine di Springsteen, si prosegue con Last clean Shirt pezzo più classic rock anche per tematiche: si parla infatti dell’ossessione dell’artista ovvero Sex, Drugs and Rock&Roll. Sonorità più calme e riflessive in Blue e in You che poi riesplodono finalmente nello swing di What do You hate So much. A questo punto arriva la ‘chicca’ del disco: Too lazy è un pezzo Reggae che in teoria non c’entra nulla col rock statunitense presentato finora, ma che invece risulta essere la traccia che di più impreziosisce il lavoro. Nella seconda metà dell’album si riprende con il suond già incontrato finora di Walkin’ out In the Cold, la roccheggiante Perfect e la tranquilla e bellissima Follow my Step, canzone che mette una pausa prima del finale a ritmi sostenuti. Rosie, Mary and Tiffany e San secondo alzano di fatti un poco il ritmo, ma la vera scossa arriva con la carica boogie di Hard thing To do ascoltando la quale è praticamente impossibile non battere il piedino e lasciarsi prendere da queste sonorità spensierate che ottimamente si legano alla ballata rock&roll che i nostri ci presentano con My serenade. Il preludio alla chiusura è affidata a Time is Running out canzone a metà tra rock e blues che inizia a socchiudere il sipario su Uncertain, Texas. Il commiato finale ce lo da un pezzo cantautoriale e molto soft, in pieno stile Springteeniano, chiamato I am.

Questo disco è certamente un ottimo lavoro, ma effettivamente l’influenza di Springteen e soci è troppo viva e presente. La bravura della Apple Pirates Band basterebbe da sola a consigliarlo, ma se si è alla ricerca di un disco dove si osa qualcosina in più siamo sulla strada sbagliata.

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