The Coral

Butterfly House

(2CD – Deluxe Edition, Deltasonic)

rock

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Lo sappiamo tutti che un libro non si giudica dalla copertina. Se è per questo, neanche un disco. Mai fu più azzecato e pertinente tale saggio popolare. Perché, diciamoci la vertià, la copertina del sesto disco dei The Coral, Butterfly House, è brutta. Non ci sono altre parole. Certo, svolge il suo compito di farci pensare alla psicadelia, con la sua accozzaglia pseudo disordinata di colori e simboli ed oggetti vari. Lo fa in maniera brutta.

Detto questo non fatevi ingannare: prendete il disco, mettetelo nel lettore ed ascoltatelo. Una, due, tre volte e più, e vi dimenticherete della copertina.

Con un chitarrista in meno (Bill Ryder-Jones) ed un produttore in più (John Leckie) i “nuovi” Coral aprono un armadio di suoni antichi e li riportano ai loro colori originali.

Forse non brilla per originalità. In questo disco c’è di tutto, da Burt Bacharach ai Felt, con tutto ciò che c’è nel mezzo e che abbia prodotto belle melodie. Melodie che non sono le uniche protagoniste dell’album. Le atmosfere che riescono a creare, o forse sarebbe meglio dire ricreare, sono in grado di accontentare tutti coloro cha hanno apprezzato il lavoro della banda di Liverpool (no, non i Beatles!) ed anche chi si avvicina a loro per la prima volta.

More than a Lover, Walking in the Winter , She’s coming Around sono i miei episodi preferiti insieme North Parade, il brano che chiude il disco, che nei suoi sei minuti sembra un compendio di tutte le atmosfere e sensazioni vissute durante l’ascolto: folk, rock, psicadelia. Se poi prendete la versione Deluxe, nel secondo disco troverete delle autentiche perle, con le quali il gruppo si spinge in campi un po’ più grezzi ma non meno ricchi.