Wildbirds & Peacedrums: The Snake

Seconda brillante prova per i talentuosi Wildbirds & Peacedrums. Con loro ci si ritrova immediatamente dinnanzi ad un mondo fatto di accuratezza e imprevedibilità

Wildbirds & Peacedrums

The Snake

(Cd, The Leaf Label)

pop, soul, new age

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thesnakeCon gli svedesi Wildbirds & Peacedrums ci si ritrova immediatamente dinnanzi ad un mondo fatto di accuratezza e imprevedibilità, allo stesso modo con cui ci si può trovare di fronte ad un rito sciamanico antico mediato dall’espressività più ricercata dell’avanguardia pop. E’ comunque il luogo dell’anima, ancora una volta, quello presentatoci da questo The Snake, il secondo album del duo-coppia Mariam Wallentin e Andreas Werliin, dopo l’acclamato debutto firmato Heartcore.

Un mondo per l’appunto disegnato da vocalizzi corali (Island); tribalismi alla ricerca del blues delle origini e, più in generale, di quelle black/soul (There is no light); minimalismo pop da camera bjorkiano (Chain of Steel); non molto ben definibili spazi e tempi profondamente dilatati – à la Sigur Ros, in tal caso – figli tanto del trip-hop quanto del post-rock (So soft so pink); ritmiche incalzanti degne del miglior R&B – scarnificato – contemporaneo (Places, Today/tomorrow); blues primordiali sorpresi a far l’amore con la world e l’oriente (Liar Lion – e in parte Who ho ho ho con tanto di voci pop-malinconiche in più), e l’approccio maggiormente spensierato di My heart a chiudere il tutto.

Ad ogni modo incriticabile quest’album del duo di Goteborg: lo si può solo ascoltare, e i palati più raffinati ne godranno indiscriminatamente.

www.myspace.com/wildbirds&peacedrums

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Angelo Damiano Delliponti
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