Turbo Fruits: No Control

Gli Americani Turbo Fruits arrivano con No Control a messaggiare il mondo di posività pop rock, lasciandosi addietro il nero quotidiano

Turbo Fruits

No Control

(Melvin Records)

pop rock

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Turbo FruitArrivano da Nashville ma non hanno nulla a che vedere con folklorismi, scampagnate sgambettanti e tantomeno fiddle sotto le stelle, il loro è un pop rock semplice e  – apparentemente – di poche pretese, suonano come se si trovassero ad una festona tra amici e si fanno subito volere bene da chi li ascolta, da chi mette a fuoco la loro familiarità di band simpaticamente elettrica.

Sono i Turbo Fruits, quintetto “di provincia” che ereditano un groove prezioso da una certa psichedelia garbata e da quel fortunoso power pop centrato a metà 90,s, e No Control è il  quarto disco di una giovane carriera costellata di successi – sia radiofonici che di impatti live – che li ha portati alla ribalta di una scena mid-internazionale e fatti corteggiare da una pletora di fan che cresce a dismisura.

Undici brani per una scaletta che si trascina dietro anche retaggi beat The way I want you, Don’t change, No reason to stay, ma quello che poi prevale – oltre al divertissements generale – è il percorso di dedizione che Stein e Soci stringono ad un rock devitalizzato Need to know, Friends, una energia che passa senza fare male e che rimane appiccicata in testa come un augurio di buona giornata.

Immancabile come un fiore la ballatina finale, Big brother, il tocco “coccolone” che chiude un album che se non scardinerà il mondo, sicuramente lo accarezza.

 

 

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