Tubelord: Our First American Friends

E' una ventata d'aria fresca quella che portano i Tubelord con il loro primo album. Poco originali ma molto, molto leggeri e disinvolti. Da tenere d'occhio

Tubelord

Our First American Friends

(CD, Hassle Records)

pop, math-rock

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tubelord-ourfirstamericanfriendsOur First American Friends. E’ questo il nome dell’album di debutto di questa giovane band. Un album che, al primo ascolto, sembra essere davvero poco fantasioso. Un genere poco incisivo, sebbene eseguito con una professionalità che non lascia indifferenti.

Eppure pensavo che i Tubelord, all’anagrafe Joe Prendergast (singer/guitarist), David Catmur (drummer) e Damien Gabet (bassist), avessero qualcosa di diverso da farci ascoltare.  In fin dei conti l’Inghilterra è sempre stata luogo di nascita per artisti ispirati ed eclettici. Almeno così è sempre sembrato essere.

Ed ecco, quindi, che l’ album si apre con la simpatica Your Bed Is Kind Of Frightening e prosegue scanzonato fino alla più malinconica Cows To The East, Cities To The West fino a chiudersi con la title-track Our First American Friends.

Se ne scorre via così, come un ruscello calmo a primavera. Nessun riff tagliente o batteria incalzante come mi aspettavo. Niente.

Sono melodie tranquille e piacevoli quelle che il trio inglese ci regala. Un sound disinvolto, amabile, dopotutto. Nonostante la sua estrema leggerezza. Nonostante la maggior parte delle tracce sembrino molto simili tra loro. Anche non riuscendo ad apprezzare una evidente evoluzione musicale, durante l’ascolto, bisogna dare atto che si tratta di una musica orecchiabile. Allegra.

Ed il fatto che non si parli di un album epico, una pietra miliare, può anche non essere importante. E’ un dolce sussurro che sfiora i timpani.

E tanto basta per voler continuare a tenere d’occhio questi tre ragazzi.

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