The Rapture

Tapes

(Cd, !K7/Audioglobe, 2008)

funk, dance, hip hop, rap, disco

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Tapes è il mix-album realizzato dai The Rapture, dedicato agli amanti delle sonorità disco, rap, hip hop, house e tutti gli stili derivati (e deviati) dal dancefloor.

Ventidue brani che ripercorrono un arco temporale ampio, dai mitici seventies fino ai giorni nostri, dove trovano spazio – in una sorta di evoluzione darwiniana di concetti e generi – una serie incredibile di sonorità, campionamenti, loops, ostinati ed elettronica martellante in grado di coinvolgere e incuriosire.

Luke Jenner e sodali scandagliano nella florida scena underground della Grande Mela e impastano con sapienza il rap di Ghostface Killah in Daytona 500, che potrebbe sposare i gusti vintage di Quentin Tarantino, la techno figlia degli anni Duemila di Armand Van Helden impegnato in Flowerz e le sonorità ancora verdi del vocalist Richie Havens e la sua splendida Going Back To My Roots. Tapes include diverse soste nel marciapiede di fronte allo Studio 54 – su tutte va doverosamente menzionata la stilosa Bounce, Rock, Skate, Roll di Vaughan Mason & Crew -, fino ad arrivare all’autentico inno senza tregua di Get Get Down firmato da Paul Johnson.

Un campionario vasto, reso potabile dal buonissimo mix realizzato dai Rapture, ai quali va riconosciuto il merito di essere riusciti a fondere una mole incredibile di stili, tenendo sempre alto il livello d’interesse e senza accusare il minimo cedimento strutturale.

Pezzi che si rincorrono fino a formare una figura poliforme, inquadrata dall’obiettivo grandangolare dei ragazzi newyorkesi, in un lavoro buono per i cultori del genere danzereccio e utile per i vaccinati del saturday night fever in cerca d’avventure.

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