Silverstein
Antibloom
(UNFD Records)
alternative metal
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Per festeggiare i venticinque anni di carriera, i Silverstein hanno deciso di fare le cose in grande, ovvero mettere sul mercato ben due dischi nel corso di questo 2025. Il primo, dal titolo Antibloom, è uscito in questi giorni, mentre il secondo (Pink Moon) non ha ancora una data certa.
Chiaramente per i fans della band questa è un’occasione da sfruttare appieno, visto che di musica inedita ne arriverà parecchia.
Soffermandoci sulla prima pubblicazione, possiamo dire tranquillamente che si tratta del classico album che abbiamo ascoltato tante di quelle volte in cui si è avuto l’occasione di approcciare con formazioni d’oltreoceano che hanno una matrice che spazia tra new metal ed hardcore.
Ogni singola traccia di questo lavoro si caratterizza per essere tiratissima, con un cantato che si divide in due parti (arrabbiato/melodico).
In questo modo i pezzi hanno dei tratti molto simili tra di loro, anche se non mancano dei momenti alla Linkin Park ultimo periodo, tipo Confession che sarebbe calzata a pennello per Mike Shinoda e compagni.
La brevità di questo lavoro (otto tracce che non superano mai i tre minuti e mezzo) porta l’ascoltatore ad avere la possibilità di studiare con meticolosità canzoni che non brillano per originalità, ma che, tutto sommato, si rivelano gradevoli e al passo con i tempi.
Dalle rapide melodie di A Little Fight, passando all’irruenza tipica dei Papa Roach di I Will Destroy This e finendo alla conclusiva e nostalgica Cherry Coke, i Silverstein ripercorrono una strada che, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada (nazione da cui provengono), tutti i fan dell’alternative/new metal conoscono a menadito.
Nulla di nuovo sotto il sole, ma, tirando una linea definitiva, non è che poi sia così male ripassare, una tantum, cose che si sanno da anni.
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