Rival Sons: Recensione Concerto di Roma, Villa Ada, 17 luglio 2019

Il concerto dei Rival Sons ci ha confermato come il rock è un imponente dinosauro, forse a rischio di estinzione, ma il cui cuore è talmente grande e pulsante che è destinato a rimanere in vita ancora per molto.

Rival Sons

Roma, Villa Ada, 17 luglio 2019

live report

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rival sons recensione concerto villa ada

Nella suggestiva cornice del Parco di Villa Ada, mercoledì 17 Luglio si sono esibiti gli statunitensi Rival Sons, per la rassegna Roma Incontra il Mondo.

Ad aprire le danze sono stati i giovani e talentuosi Life in the Woods. Il trio romano, in attività dal 2016, ha da poco inciso il primo album, la cui uscita è prevista per questo Settembre, con la produzione artistica di Gianni Maroccolo.

Un’esibizione graffiante, ma composta, quella dei Life in the Woods, che hanno saputo intrattenere il pubblico con il loro rock ‘n’ roll dal sapore blues, condito da un pizzico di psichedelia floydiana.

Nonostante la giovane età i tre musicisti romani hanno mostrato passione e carisma e le doti vocali di Logan Ross hanno stupito per timbro e versatilità, insomma, davvero una buona band di cui non vediamo l’ora di ascoltare l’album di debutto.

Alle 22 in punto inizia lo show dei Rival Sons. Sono preceduti dalla proiezione, sullo sfondo, dello scheletro di un dinosauro, all’interno del quale batte un cuore davvero troppo grande per essere delle giuste proporzioni. Ma il rock è così, un imponente dinosauro, forse a rischio di estinzione, ma il cui cuore è talmente grande e pulsante che è destinato a rimanere in vita ancora per molto, almeno finché ci sarà qualcuno come i Rival Sons a pompargli ossigeno.

La formazione che sale sul palco è composta dallo scatenato batterista Mike Miley, dal bassista Dave Beste, dal tastierista turnista Todd Ögren-Brooks, di cui evidenziamo la notevole barba hipster, dal virtuoso chitarrista Scott Holiday e dal carismatico frontman Jay Buchanan.

Il look del cantante di Long Beach si amalgama alla perfezione con il bucolico sfondo che riprende la copertina dell’ultimo lavoro discografico della band, Feral Roots.

Il primo brano in scaletta è tratto proprio da Feral Roots ed è Back in the Woods, uno dei pezzi migliori del disco. Saranno ben nove le canzoni eseguite dai Rival Sons appartenenti a questa ultima release: tra le più acclamate dal pubblico troviamo sicuramente Shooting Stars, Do Your Worst e la title track.

Il concerto alterna momenti di puro ed energico rock blues ad altri più emozionali, come quello della ballad Jordan.

Jay Buchanan è un vero performer, scruta il pubblico con fare sospetto, sorride meno di Andrea Pirlo e si muove con lentezza e teatralità. Quando porta il microfono alle labbra e sprigiona la sua voce, diventa un drago. Tutto ciò gli conferisce un’aura da vero rocker, di quelli dal sapore anni ’70, alla Robert Plant, che è stato sicuramente una fonte d’ispirazione per tutta la band, ma di cui, fortunatamente, non viene fatta alcuna scadente imitazione.

Sì, perché i Revival Sons si portano appresso un bagaglio musicale che proviene dal passato, da quando le radici blues da cui proviene il rock erano il pane quotidiano dei gruppi nati a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, senza però dimenticare ciò che c’è stato dopo, quel rock che è diventato hard e che è difficile non amare.

Tutto questo mantenendo un’identità ben precisa, che ha reso la band californiana una delle realtà musicali più interessanti degli ultimi anni.

La serata si conclude tra i ringraziamenti del gruppo, che dichiara di aver apprezzato la notevole location ed il calore dei fan italiani, che avrebbero continuato a cantare e ballare ancora per ore.

SETLIST:

  1. Back in the Woods
  2. Sugar on the Bone
  3. Pressure and Time
  4. Electric Man
  5. Too Bad
  6. Jordan
  7. Face of Light
  8. Imperial Joy
  9. Feral Roots
  10. Torture
  11. Open My Eyes
  12. Look Away
  13. End of Forever
  14. Do Your Worst

ENCORE

15. Shooting Stars

16. Keep On Swinging

 

 

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