Valerian Swing: A Sailor Lost Around The Earth

Con il loro A Sailor Lost Around The Earth, i Valerian Swing ci invitano ad intraprendere un viaggio tra diversi generi. Un viaggio particolare ma che vale la pena fare

Valerian Swing

A Sailor Lost Around The Earth

(CD, Magic Bullet Records)

post-rock, math-rock, math-core

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Valerian Swing- A Sailor Lost Around The EarthTalvolta non è facile far cadere i propri pregiudizi e lasciarsi andare a quella che è, poi, l’effettiva bellezza di un lavoro. Eppure con questo A Sailor Lost Around The Earth dei Valerian Swing l’impresa è stata tutt’altro che ardua.

Un album che non si può costringere, catalogare, vincolare in un semplice genere perché è qualcosa di più. E’ un procedere prettamente strumentale attraverso le più diverse sfaccettature di vari stili musicali.

Tecnicamente parliamo di dieci brani che, inizialmente, possono lasciare interdetti chi, come me, non è mai stato particolarmente affascinato da dissonanze, cambi ritmici improvvisi e suoni spesso caotici.

Ma è sufficiente aprire bene le orecchie per capire che ciò che sembra dissonante in realtà non lo è affatto poiché perfettamente amalgamato alle melodie, che siano più o meno forti.

Come un incontro di peculiarità musicali che si rendono immediatamente evidenti sin dal primo brano Dr. Pangle Is There: forte e imprevedibile. E con A Sea In Your Divine Fast, terza e più delicata traccia. Un brano sfiorato con leggerezza anche da un sottofondo vocale che naturalmente riesce a galleggiare sulle note dei tre eclettici musicisti emiliani. Ma è con How Far e con la, a tratti, più acida It Shines che si raggiunge il massimo dell’espressività. Ma queste tracks non possono prescindere l’una dall’altra. Fanno parte, infatti, di una sola, lunga storia di cui segnano solo i diversi capitoli. Un racconto narrato da un gruppo capace di spaziare tra rock, alternative, math rock e core e di riuscire a farlo con una naturalezza invidiabile. Un racconto per il quale hanno prestato la loro opera anche altri artisti come il jazzista Gianluca Petrella. Senza mai dimenticare il lavoro di chi ha deciso di mettersi alla produzione, e sto parlando Matt Bayles già famoso per le sue collaborazioni con Mastodon e Pearl Jam.

Un album, quindi, che merita di essere ascoltato e non una volta sola.

Un album per chiunque voglia liberare la mente e lasciarsi ammaliare.


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