The Lillie Langtry
Jersey Lily
(CGarage Records)
post rock, garage rock
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Un disco che salta e si “incaglia” a ripetizione, con musica fra il lirico e il sinfonico. È così che si apre questo Jersey Lily dei bolognesi The Lillie Langtry. Un incipit di 39 secondi spiazzanti che sfociano in un garage rabbioso con la seconda traccia Nightmares, un ciclone garage rock con l’estrosità post rock di Omar Rodriguez Lopez.
Non è da meno Dance, in bilico fra gli Stooges ed i Fugazi, ma con un tocco indie alla Arctic Monkeys che rende il tutto ancora più accattivante.
You Will Find Me e Chicken Small Bones proseguono sulla stessa linea, la seconda in maniera davvero riuscita con un inglese quasi impeccabile. e, senza saperlo, risulterebbe davvero impensabile credere che i ragazzi sono emiliani.
I ritmi serrati di Put Me Down ci portano in uno scantinato londinese o in qualche pertugio di New York all’epoca CBGB’s. Fiat 500 stupisce con una vena post punk che fa pensare ad una versione arrabbiata degli Interpol.
I brani scivolano via velocemente tenendo alti la tensione e lo standard qualitativo. Con Runnin’ Fast ci si trova in breve tempo alla chiusura di questa opera prima dei The Lillie Langtry, con Roses & Drink e Don’t You.
Tracce veloci (molte inferiori ai 2 minuti), raffiche di basso, batteria e voce, in un album rock senza chitarre. Questo è Jersey Lily. Se anche nella dimensione live la band riuscirà a mantenere le aspettative allora sentiremo molto parlare di loro.
Un esordio assolutamente imperdibile. Bravissimi.
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