Recensione Spindrift: Classic Soundtracks Vol. 1

Spindrift: Classic Soundtracks Vol. 1

Classic Soundtracks Vol. 1 è una raccolta di pezzi composti dagli psychedelic rockers Spindrift per vari film, video musicali e trailers, e offre un’ottima panoramica sul lavoro della band di Kirpatrick Thomas, tra psichedelia e spaghetti western, rockabilly e derive esotiche

Spindrift

Classic Soundtracks Vol. 1

(Cd – Xemu Records)

psychedelic rock, soundtrack

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Classic Soundtracks Vol. 1 è una raccolta di vari pezzi composti negli ultimi anni dagli psychedelic rockers americani Spindrift, per vari film, video musicali, clip e trailers.

L’album offre un’ottima panoramica sul lavoro della band capitanata da Kirpatrick Thomas (cantante, compositore, produttore, attore), attiva fin dal lontano 1994 in territori musicali di confine, tra psichedelia e spaghetti western, rockabilly e derive esotiche.

Un’entità musicale difficilmente catalogabile e inquadrabile, che rifugge gli stereotipi anche in questa raccolta molto sui generis, nella quale vengono accostate con totale candore atmosfere desertiche, divagazioni lisergiche, gothic-noir e chi più ne ha più ne metta.

Kirpatrick Thomas non è affatto nuovo a questi pastiche stilistici, e anzi vi ha effettivamente costruito sopra la sua intera carriera, inanellando collaborazioni con Quentin Tarantino, Burke Roberts, J. X. Williams, Abigail Bean, Simon Chan.

Tutto ciò, a seconda dei punti di vista, può tradursi in un entusiastico ascolto di Classic Soundtracks Vol. 1, in virtù della sua assoluta libertà espressiva, o in uno sguardo più critico a questo polimorfo millepiedi in mille staffe.

Gusti personali a parte, è fuor di dubbio che in questa selezione convivano brani immediati e spassosi, come Space Vixens Theme, Hellbound, Shadytown e altri decisamente più derivativi e per questo meno incisivi, come la morriconiana Legend Of The Widower Colby Wallace, oppure Theme From Amboy.

L’effetto complessivo riesce a essere abbastanza disorientante, come un ipotetico spaghetti western spaziale visto sotto acidi. Va da se che il pubblico di riferimento, adatto a una simile proposta, non sia quello delle vaste platee mainstream, bensì quello formato dai coraggiosi avventurieri dello spazio musicale, che, con gli Spindrift, hanno sicuramente trovato pane per i loro denti.