Levania: Parasynthesis

Levania significa luna in aramaico. Il simbolo romantico ben si addice ad una band italiana votata al gothic metal. Peccato che Parasynthesis, loro primo album, brilli soprattutto per la buona volontà

Levania

Parasynthesis

(CD, Wormholedeath records)

gothic metal

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I ferraresi Levania esordiscono con Parasynthesis, album composto da dieci tracce.

La musica è da loro stessi definita gothic metal, nella classica formazione con il doppio cantato uomo- donna, che rispettivamente si prendono carico delle parti growling e di quelle liricheggianti.

La presentazione arrivatami con l’album rispecchia bene quello che è il prodotto finale: tanti elementi e sovrastrutture, che danno alla fine un effetto piatto e poco focalizzato.

Si parla di death metal scandivano misto a sonorità mediterranee.

Sinceramente la musica che esce dalle casse è simile a quella di altri gruppi che uniscono l’epica al death metal più melodico, senza qui trovare una vera formula personale.

Dalla prima traccia, Midnight Of Silence, all’ultima, si alternano miti che, più che estrapolati dalla letteratura e dalla filosofia, come descritto dalla casa distributrice, sembrano uscire dallo scaffale di un appassionato di giochi di ruolo a tema epico: Cartagine, la trilogia di Agharti, Basteth e sibille varie.

Non mi sento di ridicolizzare le passioni altrui, e penso che in ogni progetto portato a questo stadio ci si metta l’anima.

Mi limito ad enunciare ciò che rende questo album poco interessante: la voce della cantante, molto simile in tutto l’album, i suoni, altrettanto piatti (soprattutto per quanto riguarda la batteria che soffre anche di una registrazione non proprio illuminata), le troppe linee guida messe in gioco, che non sono confluite in un pensiero chiaro ed incisivo.

Chi lo sa se i prossimi lavori dei Levania portino alla giusta maturazione. Lo spero per loro.

 

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Dafne Perticarini
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