Dark Tranquillity: Construct

I Dark Tranquillity sono arrivati all'album numero dieci, che prende il nome di Construct. Molta melodia per questa band death svedese, che voleva cambiare strada, ma forse si è persa ormai da un po'

Dark Tranquillity

Construct

(CD, Century Media Records)

melodic death metal

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Ecco il decimo album di una band storica, che si spera porti buone nuove e prosperità con il suo numero simbolicamente inneggiante ad una perpetua rinascita (il 10 appunto).

I Dark Tranquillity, band svedese che ha fatto dell’unione degli estremi una sua caratteristica peculiare, ci donano l’album Construct e un nuovo logo.

Quest’ultima scelta è stata da loro stessi giustificata come significativa di un cambio di stile, che sta al fan confermare o smentire.

Quello che si evince dall’ascolto è il largo spazio lasciato alla melodia e alla leggerezza – per chi non li conoscesse, sempre di una band death si tratta, sia chiaro – .

La leggerezza, difatti, è quella di un omone che non deve dimostrare a nessuno di cosa è capace, e può permettersi dei momenti intimi o più propriamente pop (questi trascinati soprattutto dalle tastiere).

Ma la novità auspicata dallo stesso gruppo, io non l’ho trovata. Sicuramente la sottoscritta conosce a volo d’angelo la discografia di una delle band più rappresentative del panorama metal svedese, ma è in se stesso che il disco s’incarta, facendo sì che l’ascoltatore rilevi una certa omogeneità di fondo.

Nei testi riveliamo sentenze come “abiura il codice, credi al nulla” o “ a volte mi sento apatico riguardo a questa vita”.

La spiegazione che ci viene data dei temi trattati in Construct è di una speranza in un uomo più razionale ed onesto, che smetta di utilizzare il costrutto della fede e della religione per giustificare le sue azioni. Giusto.

Generalizzando all’estremo, se gli svedesi (intesi come alcuni gruppi musicali e non l’intera popolazione) giustamente vedono nella religione cristiana e nei valori moderni dei falsi miti, che ci allontanano da una più sana razionalità e da un confronto con la natura, dovrebbero meditare sul fatto che neanche il nichilismo e la fuga tra i boschi fanno molto a favore del destino dell’uomo.

Detto questo, vi segnalo State Of Trust come una delle tracce più riuscite, mentre il brano Uniformity, che è stato scelto come singolo, non è poi così significativo.

Il disco non è insufficiente in sé. Certo che a una band così creativa come i Dark Tranquillity, per rimanere ai livelli della propria fama, serve qualcosa di più di una dignitosa eleganza.

 

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Dafne Perticarini
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