Daniele Luppi: Malos Habitos

Il piano come un pianto sordo e lontano che si dipana da un intreccio di cattive abitudini, quelle dei protagonisti dell'ultimo film di Simon Bross. A dare man forte alle problematiche della pellicola arriva la colonna sonora di Daniele Luppi

Daniele Luppi

Malos Habitos

(Cd, Ipecac)

soundtrack, classica

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Daniele Luppi- Malos HabitosQuante volte si relega la musica a mero sottofondo quotidiano? Quanto spesso invece la prima delle arti si guadagna meritatamente il palcoscenico? Non c’è migliore verifica dell’ascolto di una colonna sonora disgiunta dalla sua pellicola per giudicarne l’espressività e il grado in cui ne è il veicolo prediletto. Questa è per grandi linee la problematica relativa alla sussistenza in piena autonomia delle musiche d’accompagnamento.

E proprio di questo bisogna tener conto quando ci si appresta ad ascoltare Malos Habitos, soundtrack dell’omonimo film di Simon Bross ad opera dell’acclamato compositore italiano, ormai naturalizzato americano, Daniele Luppi. Ma come si suol dire, nemo profeta in patria: tanto che il suddetto artista, pressoché sconosciuto in terra natìa, vanta un curriculum di non poco conto, annoverando tra le altre, collaborazioni con un regista come Tarantino e con nomi della musica quali Brian Burton aka Danger Mouse e il filoitaliano Mike Patton.

Detto questo non si può che passare in rassegna le minuziosità e i particolari scorci descrittivi di questo disco, ricco di impressioni fuggevoli quanto mai incalzanti che si manifestano in puntuali déjà-vu sonori neppure troppo celati. Il vero leitmotiv è però il solenne e discreto filo di voce del pianoforte, spesso accompagnato da archi dai toni drammatici e grevi. Se il non detto vale più di mille parole, allora queste melodie lasciano presagire tutto il bagaglio emotivo doloroso e rabbioso della pellicola messicana, nonché un profondo e permeante senso di un sacrale alone d’ignoto che abbraccia le più umane delle vicende.

Poco importa quindi la fragilità della base narrativa dell’album che, sciolto dal suo vincolo alla trama, non assolve più pienamente la sua funzione di sostegno: l’atmosfera che effonde può ancora generare i demoni che appaiono tra i fili tesi delle vite dei personaggi. Cattive abitudini che, appunto, non danno pace.

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