Nosound: A Sense Of Loss

Sinuoso, sospeso, evocativo A Sense Of Loss, la nuova release del combo romano, imbriglia, si insinua, ci blocca, lasciandoci tramortiti e pervasi di malinconica inquietudine. Guarda il video del nuovo singolo

Nosound

A Sense Of Loss

(Cd, K Scope/Audioglobe)

prog-post-rock

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KSCOPE139-COVER-350PXIndefinibili a cominciare dalla stessa ragione sociale, i Nosound si confermano al contrario band di notevole spessore e personalità. Giunto all’attesa terza prova dopo il convincente successo di pubblico e critica ottenuto con Lightdark, il gruppo capitanato da Giancarlo Erra si presenta con una proposta musicale meno ingessata e razionale del precedente episodio, virando più decisamente verso un rock post qualcosa che la rende intensa e malleabile.

Abbandonate così alcune sintetiche freddezze sonore, in A Sense Of Loss si suona davvero, e bene, tanto che tra un brano e l’altro compare anche un quartetto d’archi a deliziarci le orecchie. Chitarre, tastiere, basso e batteria, oltre alla voce rarefatta dello stesso Erra (coadiuvato da Paolo Martelacci), compongono una struttura sonora che lentamente dilaga, rendendo vana ogni difesa posta a protezione della propria anima fiammeggiante.

Sopraffatto dal letterale senso di perdita di cui le sei tracce sono intrise, l’ascoltatore galleggia sospeso in attesa di quell’esplosione catartica che soltanto nell’ultimo capitolo dell’album (Winter Will Come) arriverà come gioia salvifica.

Pensare che tutto ciò sia farina 100% made in Italy aggiunge ulteriore meraviglia ad un lavoro di bellezza liquida ed eterea, come quei tramonti sul mare che vorremmo non finissero mai, quando il sole, perso tra le onde, regala al cielo un colore indefinito e meraviglioso che, per quanto incantevole, inevitabilmente tende a svanire sopraffatto dall’oscurità.

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Ivan Masciovecchio
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