Noel Gallagher’s High Flying Birds: Forum di Assago, Milano, 08/11/2023

Ancora una volta, il maggiore dei fratelli Gallagher (Noel) ribadisce il suo ruolo all’interno del panorama musicale: chi ha fatto la storia è destinato a brillare a lungo.

Noel Gallagher’s High Flying Birds

Forum di Assago, Milano, 08 novembre 2023

live report

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Foto di Jose Francisco Del Valle.

Nonostante gli Oasis siano morti e sepolti da quasi una quindicina d’anni, il nome della band di Manchester è perennemente presente nella pagine di riviste specializzate e siti di gossip. Da un lato Liam, che ha annunciato un tour (già sold out) celebrativo dei 30 anni di Definitely Maybe, dall’altra Noel, interessato più a portare in giro il suo nuovo album che a rinvangare i fasti del passato. Passato con il quale il maggiore dei Gallagher ha avuto spesso dei problemi, in bilico tra l’amore per le splendide canzoni che ha scritto e che hanno fatto la storia e l’esigenza di affrancarsi da un nome e un’etichetta scomodi.

Inutile, quindi, sottolineare quanto fosse grande anche stavolta l’attesa per il suo ritorno in Italia, previsto finalmente al Forum di Assago, una venue degna di un artista di questo calibro che ha permesso a molta più gente di godere della sua performance. Oltre al cambio di location, il live dei Noel Gallagher’s High Flying Birds prevede anche un inizio anticipato alle 20.30: orario difficile per il traffico milanese, che ha fatto sì che al momento in cui si sono spente le luci molta gente fosse ancora in coda per parcheggiare. Ma un live di Noel val bene un’ora (o più) di coda…

Alle 20:30 spaccate la band sale su un lussureggiante palco, sul quale campeggiano simboli del Manchester City, squadra del cuore dei fratelli Gallagher, sotto l’attenta supervisione di un cartonato di Guardiola che incute quasi timore. L’inizio è interamente dedicato a Council Skies, un lavoro per la prima volta corale, opera non solo di Noel ma anche dei musicisti che l’accompagnano sul palco. Si parte con Pretty Boy e, a seguire, tutti i singoli estratti. Il primo flashback è appannaggio di You Know We Can’t Go Back, che apre una serie di brani tratti dai precedenti cd della carriera solista del songwriter inglese.

La performance è come al solito molto asciutta, con Noel che butta lì qualche battuta calcistica o sugli Oasis, ma che per la maggior parte del tempo tira dritto canzone dopo canzone. Alle sue spalle, una serie di video accompagnano la musica, scaldando ulteriormente l’atmosfera.

Come sempre, il pubblico canta a squarciagola i ritornelli di tutti i pezzi, nuovi o vecchi che siano, non solo quelli degli Oasis. Perché si sa, la parentesi Oasis c’è sempre, con uno spazio più o meno ampio a seconda del momento. Questa volta a fare la parte del leone sono i brani di The Masterplan, raccolta di b-side di recente oggetto di ristampa (per festeggiare il venticinquennale), che come già ribadito più volte contiene pezzi degni di essere presenti in più di una semplice raccolta, a partire dalla stessa The Masterplan, che ha fatto venire la pelle d’oca a più di una persona tra il pubblico.

The Importance of Being Idle e Little by Little ci conducono alla fine del concerto, prima di lasciare spazio ai bis. Si parte con una cover di Dylan, per proseguire con una versione acustica di Live Forever che nessuno si sarebbe immaginato e concludere con l’immancabile Don’t Look Back in Anger.

True perfection has to be imperfect. I know that that sound foolish but it’s true”: potrebbe essere questa frase tratta da Little by Little la didascalia di questa serata. Nonostante qualche piccola pecca, il live dei NGHFB non ha deluso: abbiamo ritrovato un vecchio amico che, con la sua musica, ha segnato più di una generazione, regalandoci un senso di profonda appartenenza. Ci siamo sentiti a casa anche con i nuovi brani, nei quali Noel ha ribadito la sua autorevolezza all’interno di un genere che è il suo marchio di fabbrica e dal quale non deve per forza allontanarsi per stare al passo con i tempi. Ma soprattutto ci siamo trovati davanti a un artista maturo, consapevole del suo posto nel mondo, che ha ormai fatto pace con il suo passato e che, riarrangiando i pezzi degli Oasis, ha dimostrato che non c’è nulla di male nel riproporre le canzoni che ha scritto, perché in fondo saranno sempre una parte di lui e del musicista che è (e che sarà).

Setlist:

  • Pretty Boy
  • Council Skies
  • Open the Door, See What You Find
  • We’re Gonna Get There in the End
  • Easy Now
  • You Know We Can’t Go Back
  • We’re on Our Way Now
  • In the Heat of the Moment
  • If I Had a Gun…
  • AKA… What a Life!
  • Dead in the Water
  • Going Nowhere
  • The Importance of Being Idle
  • The Masterplan
  • Half the World Away
  • Little by Little

Encore:

  • Quinn the Eskimo (The Mighty Quinn) (cover di Bob Dylan)
  • Live Forever
  • Don’t Look Back in Anger

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