Mizula: recensione disco omonimo

Per gli amanti di Calexico, Iron & Wine e Wovenhand, ecco l'album omonimo dei Mizula con la produzione artistica di Marco Fasolo dei Jennifer Gentle.

Mizula

s/t

(Misula)

western, psichedelia folk, avanguardia

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Per dare un’idea della musica che propongono i Mizula nell’album omonimo vi faccio immaginare le sonorizzazioni di Morricone che passeggia in un viaggio lisergico all’interno di un film di David Lynch.

Infiniti Blu, primo estratto e anche prima traccia dell’album, è l’esempio lampante della sonorità di questo interessantissimo lavoro che vede alla produzione artistica Marco Fasolo dei Jennifer Gentle.

In salsa Calexico invece la seguente China che col giungere dei fiati fa venire i brividi ed emoziona alquanto.

Con la ballad Si è perso il tempo le atmosfere si tingono di 60’s, ma già con Due Secondi si torna in territori desert maggiormente affini ad Iron & Wine e Wovenhand.

Amico, brano che richiede diversi ascolti per essere apprezzato al meglio ci porta al giro di boa e la breve Parole, brano più classico in quanto a sonorità ci traghetta nella seconda parte di questo bellissimo lavoro dove Mi Dirai M.M. mi ricorda un cantautorato che riporta ai brani più introversi di Godano e i suoi Marlene Kuntz.

Gentile è il vento accompagna in una calda notte alla melodia di Ombre, punta di diamante di un lavoro sicuramente non di facile ascolto ma che lascia ad ogni nuovo repeat una parte importante che ci arricchisce sempre più.

Bravissimi, un ottimo lavoro.

www.facebook.com/mizulamusic

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Fabio Busi
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