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Missiva: Sospeso

Inutile fare i soliti paragoni. Aftherhours, Negramaro... Sospeso, il primo album dei Missiva, pone queste influenze/somiglianze come base. Sì, una base da cui partire per rendere le 10 tracce dell'album un escursus di stili e sonorità che si mescolano e si influenzano ancora ed ancora... Fino a creare una commistione di suoni...familiari

Missiva

Sospeso

(Cd, Produzioni Rock Italiane, 2008)

rock

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Sospeso ci fa sentire un po’ a casa. In realtà il senso di già sentito o di scontato che si puo’ percepire non è altro che  il prodotto del rischio che si corre percorrendo strade che non sono quelle dell’avanguardia e della sovversione degli schemi comuni. E non è una scelta facile cercare di distinguersi su una strada percorsa già da tanti, troppi: il rock all’italiana.

Lo si capisce dalla prima traccia Dritto negli occhi, da quel sottofondo blueseggiante che avvolge le ritmiche, gli assoli, le dinamiche totali. Che poi cambiano, mutano in tutto l’album per evidenziare l’esperienza unificata e allo stesso tempo molteplice di chi mette insieme gli strumenti ormai da più di un decennio.

Paolo Marsella (voce), Fabio Cazzetta (batteria), Valerio Vantaggiato (basso), Giuseppe Scalone (tastiere, synth, chitarra), Simone De Blasi (chitarra), in arte I missiva, snodano il loro lavoro tra ondulazioni graffianti e ritmiche dinamiche, sedotti talvolta dalla necessità di inserire quel melodico tipicamente italico, senza dubbio denso di significato ma che lasciano una strana sensazione di mancanza.

Con Controvento (una delle tracce migliori) troviamo finalmente la prima botta di vita – che da qui si apre in un crescendo – che ci fa arrivare alla fine del lavoro dei Missiva con più ottimismo. Un lavoro fatto  di chitarre aggressive, di distorsioni drammatiche, di una voce potente e, nei momenti migliori, cattiva. Saremo anche un po’ sadici, ma li preferiamo così…  Ed è così che aquistano un valore aggiunto anche la struggente Il mio più grande fallimento in cui il sottofondo tetro e di una misteriosa oscurità riescono a lasciare sospeso un pensiero dietro un urlo. Da non mandare nel dimenticatoio anche Per Sempre in cui testi e sonorità si intrecciano bene in quel senso sincopato che sembra teso a dare una visione trascinata a fatica che trova pero’ una stabilità dalla caduta nel melodico. Ci viene quasi da pensare a spolverate di metal nei sussurri di La mia anima è obesa, se non fosse per il vocalist che conserva comunque una voce pulita e libera dalla rozzezza che dovrebbe avere per poter rientrare in quel termine. Una traccia, questa, che può comunque vantarsi della purezza del rock che si annida tra le sue pieghe. Stelline di merito anche per Solo io: riff azzeccati, quasi punk, per raccontare la forza del Sud e la grinta che caratterizza la vitalità di questo gruppo di brindisini che a testa bassa non ci vuole proprio stare. Concludendo, poi, questo viaggio virtuale tra le tracce di Sospeso in Nascosto il cui intro ci fa venire in mente la sonorità dei Metallica versione soft.

Tutte tracce intense in cui emerge facilmente la passione e la cura adottata nella creazione dei testi. In cui si sviscerano parole struggenti e un malessere poco celato ma indifferente, raccontato senza troppo trasporto, di quelli che non finiscono nel patetico (per intenderci). Si sale gradualmente in qualità tra vortici di chitarra e aiuti di synth. Sprazzi di grunge misto a tratti stazionanti in venature di amara melodia.

A deludere è quella da cui ci si aspetta sempre di più, quella che dà il nome all’album. E così Sospeso risulta essere quella che più si allinea ai canoni inquietanti del dejavu, forse anche perché ci dà un senso di forzato. A cui allineerei anche L’occasione che ci riporta con i piedi a terra, giù nel più profondo rock appena accennato, quello da ballata. Nonostante le chitarre rimangano sempre degne di lode.
Cosa ci aspettiamo? Il coraggio di osare.

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Emiliana Pistillo
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