Massimo Volume: Cattive Abitudini

Dopo undici anni di silenzio discografico, con Cattive Abitudini tornano con un album in studio i Massimo Volume. Con un mix pregiato di musica e letteratura, tornano coerenti al loro percorso artistico

Massimo Volume

Cattive Abitudini

(Cd, La Tempesta dischi/Venus)

rock, canzone d’autore

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cattive-abitudini- MASSIMO-VOLUMELi avevamo visti sciogliersi nel 1999 e tornare insieme due anni fa per un tour e un album live, credendo all’ennesima trovata commerciale e nostalgica.

E invece i Massimo Volume di Emidio “Mimì” Clementi, tornano con Cattive Abitudini, album in studio, realizzato dalla formazione originale con Mimì alla voce e al basso, Egle Sommacal alla chitarra e Vittoria Burattini alla batteria, con Stefano Pilia nuovo arrivo alla chitarra.

Si è sentita la mancanza dei Massimo Volume sulla scena musicale italiana.  Sono un unicum nel loro genere, forse ricordato solo dai recenti Offlaga Disco Pax molto più elettronici. Musica rock di grande qualità psichedelica e tendente al progressive con al posto del cantato la voce teatrale, enfatica e concitata di Mimì Clementi, che legge e interpreta tutti i testi di cui è autore esclusivo.

Letteratura e musica fuse e inscindibili. Un progetto che non può lasciare indifferenti, nel passato come oggi, chi ama la sperimentazione musicale, e che ha influenzato tanto rock italiano delle ultime generazioni.

La forza di questo album, un’ora di musica e parole, è la sua forza evocativa. I testi di Emidio Clementi non sono mai didascalici e, come dichiara lui stesso, “lasciano sempre che sia l’ascoltatore a riempire le zone d’ombra”.

Mimì prende spunti dalla vita autobiografica e sentimentale in pezzi come  Avevi Fretta Di Andartene, Mi Piacerebbe Ogni Tanto Averti Qui, raccontando storie e personaggi di vita accumunati da cattive abitudini che sono sintomo della natura umana. Si sbilancia in riflessioni più filosofiche sul tempo come in Coney Island o sulla bellezza nella splendida La Bellezza Violata.

Usa citazioni colte prese da Howl di Gingsberg e riadattate alla realtà italiana impregnata dall’egemonia dei mass media e celebra un tributo alla poesia di Robert Lowell, poeta statunitense che è anche titolo di una canzone.

Sotto la voce a volte soave a volte decisa, un tappeto di musica che accompagna ma anche sovrasta con chitarre decise e potenti.

Tutta l’energia, la tensione e la complessità dell’album sembra scaricarsi nel decimo brano, Fausto. Urlato e declamato.

Tanta intensità e urgenza di comunicare, con le parole e con gli strumenti, ai fan e agli intenditori che non hanno dimenticato il mondo artistico e intellettuale dei Massimo Volume, e sono contenti di riviverlo a pieno in questo nuovo album.

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