Lucio Corsi: recensione di La Gente Che Sogna

La Gente Che Sogna è il nuovo album di Lucio Corsi, un glam party che prende forma nel disincanto di fantasie narrative, tra cantautorato italiano e un'eccentrica anima rock'n'roll di matrice anglofona.

Lucio Corsi

La Gente Che Sogna

(Sugar Music)

boogie rock, glam rock

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A tre anni di distanza dalla pubblicazione di Cosa Faremo da Grandi?, il cantautore toscano Lucio Corsi manda alle stampe il suo terzo album intitolato La Gente Che Sogna, edito per Sugar Music e anticipato dall’uscita dei singoli Radio Mayday, Astronave Giradisco, Orme, Magia Nera e La Bocca Della Verità.

L’essere umano manifesta da sempre l’esigenza di dare un significato al fluire della vita. Il compito più difficile, però, è vivere il proprio tempo senza tormentarsi coi rimpianti riguardanti il passato o le ansie per il futuro, riuscendo ad accettare l’imprevisto quale dimostrazione di quanto sorprendente e imponderabile possa essere la vita.

L’unica cosa realmente esistente è il momento presente, ed è soltanto nell’oggi che possiamo immaginare e costruire il domani, guardando la realtà da un punto di vista differente rispetto al comune senso di omologazione, facendo sì che una prospettiva alternativa fatta di fantasia si trasformi nella propria idea naturale di esistenza, di arte, e nel mezzo più semplice per evadere dalle interazioni patologiche della società moderna.

Con questa sensibilità creativa, che mescola Gianni Rodari a Renato Zero e Marc Bolan sottoforma di musica e testi, Lucio Corsi continua ad appassionarsi alla magia che appartiene alla vita, a specchiarsi nelle onde del mare, a contemplare il cielo e la luna piena con gli occhi innocenti di un bambino, di un “piccolo principe”, oppure con lo sguardo di un adulto che considera ancora il buio della notte come un foglio bianco su cui poter inventare nuove opportunità (“perché la notte è una possibilità, il buio un foglio bianco”).

Giocando con il peso gravitazionale della realtà coi suoi deja-vu e replay e la disillusione dei sogni infranti (“sono anni che nessuno mi trasforma in qualcos’altro”), Lucio Corsi sfodera tutto il suo repertorio emozionale attraverso un linguaggio immaginifico ed evocativo, quando appoggiandosi alla leggerezza di un disincanto favolistico, quando abbandonandosi a una spensieratezza sempre meno reperibile nelle nostre azioni quotidiane, quando accarezzando la solitudine di chi per tutta una vita ha cercato le stelle nel buio di una miniera.

Una nuova prova di maturità e indipendenza artistica da parte del musicista grossetano, pronto ad alimentare e consolidare quello che è il suo visionario, romantico, frenetico, intimo, melodico, riflessivo e coreografico talento scritturale.

La Gente Che Sogna è un disco eclettico, intriso di citazioni, ma con una propria identità. Un glam party che si materializza tra racconti fiabeschi di altri mondi possibili e un’eccentrica anima boogie-rock e glam-rock di matrice anglofona, spaziando dai Beatles ai chitarroni glitterati dei T-Rex di Marc Bolan (Magia Nera), dai coretti alla Queen al Paul Stanley solista, dall’alieno David Bowie sbarcato sul pianeta terra all’R&B dei Blues Brothers, fino a sfiorare, in alcuni passaggi, riferimenti musicali pop più recenti che rimandano al Robbie Williams di Sexed Up nel brano Radio Mayday.

All’interno delle nove tracce che compongono la release troviamo anche il fascino retrò e la foga ritmica del musical-rock (Magia Nera), l’estetica stravagante di un folletto spaziale vestito come il Lou Reed di Transformer e soprattutto l’ispirazione a certi modelli di cantautorato italiano, quali Ivan Graziani (La Gente Che Sogna), Renato Zero (La Bocca Della Verità), Antonello Venditti (Orme), Rino Gaetano, Edoardo Bennato, Enzo Carella e Lucio Dalla.

Così, ricordi, viaggi mentali ed errori del passato si rincorrono tra verità e finzione, tra luci e ombre dei lampioni, cullati da un sottofondo di malinconie pianistiche lennoniane (Danza Classica, Un Altro Mondo) e vocalizzi deliziosamente indolenti e ruffiani. Canzoni come formule magiche, in grado di mentire e farci credere di poter scappare dalla realtà.

D’altronde, non servono grandi finestre per contenere la luna. Ed è questo il concetto di bellezza che Lucio Corsi prova a regalare a se stesso e a chi come lui non hai mai smesso di sognare e sorprendersi. Allora, un altro mondo è ancora possibile, “basta credere agli occhi, credere agli occhi anche quando si chiudono”.

 

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