Esdem: You cant’ talk about indie-rock

Sonorità malinconiche e ambientazioni dark per un disco che è una piccola chicca musicale

Esdem

You can’t talk about indie-rock

(Cd, Black Nutria, 2008)

elettronica

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Mi capita raramente di rimanere stupita da un disco. E questo è uno degli eventi rari della vita.
Gli Esdem sono un trio che nasce nel 2002. Sul loro space il cantante del gruppo definisce gli Esdem come tre ragazzi con la vocazione per un certo tipo di musica che combattono tutti i giorni con i problemi quotidiani, come trovare un lavoro e sforzarsi di fare qualcosa di utile per noi e per il prossimo.

Forse un po’ troppo idealista e poetico, il nostro frontman. Ma va detto che il loro album You can’t talk about indie-rock è una piccola perla nel panorama musicale di oggi.

E’un disco travolgente, nel senso che immerge l’ascoltatore in sonorità toccanti, e lo catapulta in un mondo un po’ lontano fatto di malinconie e sensi di colpa. Ma è un disco coinvolgente, che va ascoltato tutto di seguito per poter assaporare tutte le sfaccettature di un progetto innovativo.

Il pezzo migliore, a mio modesto avviso, è Ali, terza traccia. Un brano prettamente cinematografico che riesce a coinvolgere l’ascoltatore in un vortice di sonorità totalizzanti e ambientazioni dal gusto burtiniano (concedetemi la licenza del termine).
Le sonorità ricordano un po’ le ambientazioni fanta dark dei primi Smashing, con un accenno ai contemporanei Sigur Ros.
Ma è un buon risultato per un tipo di musica che come si sa non troverà facile posto nelle classifiche, almeno quelle italiane, ma che rimane comunque lodevole musica da ascoltare.
Sempre che non siate degli ascoltatori un pò depressi. In tal caso vi consiglio qualcosa di meno emotivamente toccante.
Buon ascolto.

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Antonia Botte
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