Acid Brains: Do it Better

Con gli Acid Brains la parola d'ordine è contaminazione; tra grunge e hardcore, Do it Better si apre alle più diverse influenze

Acid Brains

Do it better

(Cd, Fridge)

grunge, hardcore, alternative

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Ci provano gli Acid Brains ad essere i nuovi Nirvana italiani; e si capisce fin dal primo ascolto del loro primo lavoro, Do it Better, sia nel cantato che nei riffoni grunge di chitarra, che fanno da contraltare all’urlo incazzato, ma anche un po’ nichilista e rassegnato della voce.

Di certo non si può dire che i ragazzi non siano versatili, visto che in tutto Do it Better non si fossilizzano sul grunge, ma spaziano nei vari campi della musica underground, probabilmente memori degli ascolti dei propri beniamini musicali; nel cd, infatti, oltre a numerose derive alla Nirvana e alla Foo Fighters, si possono trovare anche molti riferimenti punk, hardcore e, addirittura, accenni reggae e funky.

Gli Acid Brains riescono perfettamente a muoversi in questa commistione, rendendo sì omaggio alla musica internazionale, ma rimarcando anche la loro italianità: in Do it better, infatti, sono contenuti due pezzi in italiano, che, non a caso sono proprio quelli che passano il messaggio principale dell’album, ovvero un profondo nichilismo, la fatica del vivere in un mondo difficile e poco accettato, l’accidia e l’ignavia dell’essere umano, in particolare del giovane di oggi, oltre alla fragilità e alla stanchezza di fronte agli urti che la vita molto spesso infligge; nonostante tutto, però, nella crescita, viene vista una spinta propulsiva a fare fatica ad accettare il mondo circostante, ma comunque ad accettarlo per la volontà di vivere e di affermarsi, pur nelle difficoltà e nei tentennamenti.

Il messaggio di Do it Better manifesta anche la dicotomia tra il lasciarsi andare alle derive del vivere e del dolore  e il reagire, il fortificarsi e la volontà di cambiare se stessi, ancor prima di cambiare il mondo e la realtà, ponendosi in una posizione attiva e combattiva.

L’ascolto degli Acid Brains, ad orecchie abituate al genere, risulta facile, soprattutto perché le tematiche trattate sono quelle da cui quasi pressoché ogni adolescente e giovane adulto si è trovato a dover affrontare e fronteggiare.

Ancora una volta il vivaio-Toscana si è rivelato un buon terreno per le realtà musicali emergenti, come molte formazioni e band hanno fino ad ora dimostrato.

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Irene Ramponi
Irene Ramponi

Irene Ramponi nasce a Milano nel 1983. Si interessa a tutto ciò che è arte fin dalla tenera età.
Questa passione rimane nel tempo, e, dopo la maturità scientifica, la porta ad iscriversi al neonato corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali, indirizzo in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Milano. Consegue la laurea triennale nel 2006 con una tesi relativa ai Maestri Campionesi; Irene, infatti, è una delle poche ad avere una netta preferenza per la scultura rispetto alla pittura.
Continua i suoi studi sulla stessa linea, arrivando a laurearsi in Storia dell'Arte, corso specialistico presso l'Università Cattolica di Milano, nel 2009, con una tesi dal titolo: “Ricerche su Giovanni da Campione a Bergamo”.
Come si può notare dalle due tesi, Irene si interessa di argomenti poco battuti dalla Storia dell'Arte e poco conosciuti, se non nell'ambito degli studiosi più specializzati.
Ha collaborato con l'Associazione Amici dell'Arte di Castellanza (Va), tenendo conferenze sugli argomenti delle sue tesi e sui suoi studi presso la Villa Pomini, sempre a Castellanza.
Sta tuttora lavorando ad altre conferenze, in collaborazione con comuni del Varesotto e del Milanese, volte alla valorizzazione ed alla promozione dell'arte e del territorio locale.
E' amante del viaggio per la scoperta e la ricognizione di luoghi nuovi, e ama la musica, di cui si occupa con la collaborazione presso un'agenzia di organizzazione di eventi e concerti, ma anche praticandola in prima persona con lo studio del canto moderno e tramite alcuni progetti artistici.
Ama scrivere a tempo perso, soprattutto recensioni di critica a mostre e concerti, idealista disincantata, crede ancora nella forza dei sogni per la propria realizzazione personale.

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