Wallis Bird: recensione-cd-omonimo

Il terzo disco per la cantautrice folk irlandese Wallis Bird non è soltanto una conferma, ma una vera e propria consacrazione

Wallis Bird

s/t

(CD, Karakter/Family Affair)

folk, rockabilly, acoustic rock, country

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Wallis BirdScomodare paragoni è un abuso che il mondo della critica (di qualsiasi settore della cultura o dello spettacolo) compie con troppa frequenza e senza ragioni così valide. Quando però ci accingiamo ad ascoltare Wallis Bird, che dopo Spoons e New Boots è tornata con l’omonimo terzo album, capiamo che non è una forzatura accostare alla cantautrice irlandese alcuni nomi come Alanis Morisette, Ani DiFranco e Fiona Apple.

Questo disco è stato registrato a Berlino, in un cottage irlandese isolato e nel suo piccolo appartamento di Brixton (a sud di Londra, lo scorso agosto): tre luoghi diversi, opposti, contraddittori, proprio come il suo spirito, proprio come la sua musica, capace di fondere folk, blues e funk grazie a una vocalità calda e genuina.

L’intimità della prima traccia Dress My Skin And Become What I’m Supposed To precede la spensieratezza di I Am So Tired Of That Line. Quindi, spazio ad Encore, che si mostra convincente nel ritornello: non a caso, è il primo singolo estratto. Buona la scelta di impreziosire la dolce Take Me Home con virtuosismi nel finale, piacevole anche il country pop di In Dictum. Si può arrivare a dire che l’energia espressa in Ghosts Of Memories renda questo pezzo il migliore dell’album; c’è aria di festa in Heartbeating City. Prendete una ballata di Taylor Swift e aggiungetele tonnellate di grinta: otterrete l’irresistibile rock di Who’s Listening Now?. Un po’ noiosa But I’m Still Here, I’m Still Here, ma Feathered Pocket è soave e avvolgente. Chiude la lunga e struggente Polarised, carica di emotività e pathos.

Nelle sue vene scorre il sangue di una terra selvaggia, il battito del suo cuore è un tamburo, la sua chitarra vive in simbiosi con il suo braccio sinistro, lesionato in maniera permanente da un incidente in adolescenza. Questo disco rappresenta in pieno la sua maturazione artistica: per arrivarci, Wallis Bird non ha dovuto rinunciare alla sensibilità e alla spontaneità che ha sempre (e ancora oggi) caratterizzato la forza compositiva delle sue canzoni.

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