Sting: Symphonicities

Il pungiglione non punge più. Symphonicities è un fallimentare tentativo di dare nuova vitalità a storici ed indimenticabili successi con i Police e da solista. Guarda la video-presentazione di Sting

Sting

Symphonicities

(Cd, Universal Music)

pop sinfonico

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Sting- SymphonicitiesProsegue il percorso classico/sinfonico di Sting dopo il precedente If on a winter’s night…

Qui però siamo alle prese con rivisitazioni e nuovi arrangiamenti di suoi vecchi successi, sia con i Police che da solista, accompagnato dalla Royal Philharmonic Concert Orchestra, diretta da Steven Mercurio. Col Cd, in uscita il 19 luglio, Sting s’avventura pure in un lungo tour mondiale, cominciato il 2 giugno.

Sting pensava di dare nuova vitalità ai suoi grandi successi, come Roxanne, Every little thing she does is magic, Englishman in New York, ma il risultato che ha creato è l’ aver appensatito brani che proprio per la loro importanza storica e bellezza non avevano bisogno di alcuna riedizione.

I più riusciti infatti sono i brani che già come originali vivevano di una orchestrazione propria, come Englishman in New York. Se si ascolta il brano iniziale, Next to you, appartenente al primissimo periodo post-punk dei Police, con l’orchestrazione non ha nulla in comune, anzi sminuisce il brano. Da questo trattamento si salva Every little thing she does is magic, che ben si adatta a questo nuovo arrangiamento.

Il resto è tutto da dimenticare, brani spenti che non apportano nulla di nuovo agli originali, ma anzi, ne sminuiscono il pathos e l’emozione. Sarebbe stato forse meglio aver fatto un disco di inediti utilizzando questo tipo di arrangiamenti.

Ma ormai è da tempo che  il nostro “pungiglione” (Sting) non punge più, fallendo miseramente anche con questo disco.

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