Exodus: Exhibit B: The Human Condition

Metallari della vecchia scuola, alzate il volume!!! E' arrivata la nuova fatica degli Exodus. Fin dal titolo, Exhibit B: The Human Condition, si capisce subito che il contenuto è molto inca#@§to

Exodus

Exhibit B: The Human Condition

(Cd, Nuclear Blast)

thrash metal

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recensione-cd-exodus-exhibit-b-the-human-conditionMetallari della vecchia scuola, alzate il volume!!! E’ arrivata la seconda fatica degli Exodus, ovvero quello che fu il primo gruppo di Kirk Hammett, e che è tuttora il gruppo di Gary Holt, da sempre leader indiscusso della band.

Fin dal titolo, Exhibit B: The Human Condition, si capisce subito che il contenuto è molto incazzato, di denuncia del degrado della condizione umana e della sua degenerazione negli Anni 2000, il tutto espresso con la solita velocità e con l’energia del thrash metal.

Gli Exodus però dimostrano di sapersi svecchiare e di saper rinnovare il genere thrash, pur mantenendo quelle che sono le sue linee guida: potenza, violenza, rabbia, velocità, riffoni indiavolati e via discorrendo; si sente infatti che sono stati attenti alle nuove “tendenze” (espressione da prendere con le pinze in questo contesto) del metal, come possono essere ad esempio il crossover ed il nu-metal, oltre al nuovo metalcore americano.

I puristi non si infervoreranno perché il gruppo, che è annoverato tra i capisaldi del thrash metal, non si ammorbidisce, anzi, al contrario, rimane fedele alla linea, sicuro e saldo su un genere che avrà sempre ed indubbiamente seguaci; la cattiveria schierata e militante non si affievolisce e continua a dar voce a quell’ala metal che continua a gridare disperata ed ad inveire contro quei gruppi che “sono morti o quasi o si sono commercializzati e venduti al mainstream”, per usare le parole dei fans.

La militanza estrema è dimostrata non solo a livello musicale ma anche a livello contenutistico, basta leggere i titoli dei pezzi; per citarne alcuni basti pensare a Class Dismissed, Burn, Hollywood, Burn, A Perpetual State Of Indifference: decisamente inequivocabili!

Lunga vita al thrash metal, sempre e senza dubbio!!!

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Irene Ramponi
Irene Ramponi

Irene Ramponi nasce a Milano nel 1983. Si interessa a tutto ciò che è arte fin dalla tenera età.
Questa passione rimane nel tempo, e, dopo la maturità scientifica, la porta ad iscriversi al neonato corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali, indirizzo in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Milano. Consegue la laurea triennale nel 2006 con una tesi relativa ai Maestri Campionesi; Irene, infatti, è una delle poche ad avere una netta preferenza per la scultura rispetto alla pittura.
Continua i suoi studi sulla stessa linea, arrivando a laurearsi in Storia dell'Arte, corso specialistico presso l'Università Cattolica di Milano, nel 2009, con una tesi dal titolo: “Ricerche su Giovanni da Campione a Bergamo”.
Come si può notare dalle due tesi, Irene si interessa di argomenti poco battuti dalla Storia dell'Arte e poco conosciuti, se non nell'ambito degli studiosi più specializzati.
Ha collaborato con l'Associazione Amici dell'Arte di Castellanza (Va), tenendo conferenze sugli argomenti delle sue tesi e sui suoi studi presso la Villa Pomini, sempre a Castellanza.
Sta tuttora lavorando ad altre conferenze, in collaborazione con comuni del Varesotto e del Milanese, volte alla valorizzazione ed alla promozione dell'arte e del territorio locale.
E' amante del viaggio per la scoperta e la ricognizione di luoghi nuovi, e ama la musica, di cui si occupa con la collaborazione presso un'agenzia di organizzazione di eventi e concerti, ma anche praticandola in prima persona con lo studio del canto moderno e tramite alcuni progetti artistici.
Ama scrivere a tempo perso, soprattutto recensioni di critica a mostre e concerti, idealista disincantata, crede ancora nella forza dei sogni per la propria realizzazione personale.

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