Premio Buscaglione “I Postumi di Fred”: Frei + Ilaria Allegri @ Officine Corsare (Torino, 20 aprile 2012)

In occasione del Premio Buscaglione “I Postumi di Fred” sono saliti sul palco il cesenate Frei, con l'ottimo disco d'esordio “Sulle tracce della volpe” e Ilaria Allegri, scatenata e irriverente cantautrice torinese

Premio Buscaglione “I Postumi di Fred”

Frei + Ilaria Allegri

Officine Corsare, Torino, 20 aprile 2012

live report

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In occasione del Premio Buscaglione “I Postumi di Fred”, il cesenate Frei e la torinese Ilaria Allegri sono saliti sul palco delle Officine Corsare a Torino: lui alla ricerca di un suono sempre nuovo e originale, lei con tanta voglia di scatenarsi ed esprimere il proprio potenziale.

ilaria allegriLa serata inizia nel segno di Ilaria Allegri, vincitrice nel 2011 del concorso per cantautori “Note Nuove”, che per esplodere tutta la sua grinta si avvale del supporto di Roberto Aseglio alla chitarra, Lorenzo Prencipe al basso e Claudio De Marco alla batteria. Il suo repertorio contiene brani ironici, irriverenti e imprevedibili, ispirati a persone e situazioni spesso al limite del comico: La mia amica Fabio (l’uso del femminile non è un refuso, ma un curioso modo per indicare la morbosa ossessione di questo ragazzo nei confronti della moda e dei capelli) è il primo brano proposto, una melodia allegra e spensierata; segue Candele di cera, sensuale ma aggressiva, storia di un amore che finisce per via dell’incendio di uno chalet di montagna; quindi Napoleone,  un punk elettrizzante ambientato nel futuro, dove la stessa cantautrice cerca di convincere lo psicologo della propria reincarnazione nel famoso condottiero.

A mettere il piede sul freno ci pensa La sorpresa, che non è soltanto il titolo della quarta canzone in scaletta, ma è la sensazione che si prova quando Ilaria Allegri dimostra di saper essere anche dolce e passionale, regalando versi emozionanti: il momento più alto della sua esibizione. Poi ritorna con un’energia alla Pink (sempre crescente, fino alla fine) in Sole cuore televisione, che attacca con sarcasmo la dipendenza da quello schermo che preclude le relazioni esterne; Chiedi scusa è troppo ripetitiva, I pugni che non ti ho dato è piena di rabbia ma non colpisce particolarmente; conquista invece il groove di Erica la scopa, una ragazza con evidenti problemi sessuali, non male La moglie del tramviere, una sposa infedele che tradisce il marito mentre lui è al lavoro. In chiusura, le atmosfere medievali di Re Peperone ci raccontano il dramma di Hop-Frog (tratto dall’omonimo racconto di Edgar Allan Poe), uno storpio buffone di corte che, per reagire ai soprusi del re, architetta una sanguinosa vendetta e canta una filastrocca nel ritornello.

Non bisogna mai smettere di crescere a livello musicale e di maturare nell’approccio ai testi, ma Ilaria Allegri non è sicuramente un frutto acerbo e potrà far vedere ottime cose in futuro.

freiÈ il turno di Frei, che lo scorso gennaio ha ricevuto il Premio Buscaglione “I Postumi di Fred”: discutibile la scelta di cominciare con un pezzo così lento come Telefono casa, ma il cesenate recupera sfoderando la sua grande abilità di paroliere nella title-track Sulle tracce della volpe, la prima dell’omonimo e fortunato album d’esordio, apprezzato in maniera unanime da tutta la critica. Dopo la dolcissima e avvolgente Dammi le tue mani, è un ottimo assolo a valorizzare Gilda stai ferma, grazie a Dario Giovannini alla chitarra e a Giuliano Osella alla batteria. Quando arriva Ombre di luna, si capisce come la scelta di includere questo brano tra i sedici in finale a Musicultura 2012 non sia stato frutto della casualità: come se non bastasse, il trio offre una lunga chiusura improvvisata, che risulta articolata e molto ben elaborata.

L’inizio di Stella scadente incide molto più che nella versione del cd, Bassa Marea conferma una buona dimensione di intimità. A catturare come non ci si aspetta è La notte che caddero i sogni: irresistibile nella strofa, con un ritornello che scuote e un bridge molto solido. Lo stesso Frei sostituisce il trombone di Spacco l’ufficio, che inizia fischiettando: da sottolineare un incrocio di voci davvero ben riuscito nel finale. R.e.g. comincia come il brano precedente e anche in questo caso ottimi effetti rinnovano il brano: l’acronimo (non svelato, perché chi lo indovina si aggiudica una copia dell’album alla fine del concerto) è lo spirito consapevole proprio della musica reggae, che affronta la ricerca in maniera più matura rispetto all’inseguimento della volpe nel bosco. Come ultimo pezzo è stato scelto Vento tropicale, caratterizzato da quell’inconfondibile intro vintage-retrò che piace e convince.

Quanto mostrato finora da Frei è segno di un lavoro di ottima qualità, originale e mai banale, un lavoro d’autore, che merita senza dubbio qualcosa in più.

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