Moongarden: Songs From The Lighthouse

Nuovo disco per la rock band di Mantova. Songs From The Lighthouse farà piacere a tutti i nostalgici del rock progressivo melodico che fu padrone negli anni ’70

Moongarden

Songs From The Lighthouse

(Cd, ProgRock Records, 2008)

new-progressive

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Quinto album per i Moongarden a quattro anni di distanza dal precedente Round Midnight.
Il progressive rock melodico dei Moongarden deve molto ai Genesis ed ai successivi Marillion ed IQ (alfieri del neo-progressive inglese), ma non disdegna momenti più sperimentali e robusti come gli ultimi Porcupine Tree.

Un lavoro in stile classico del progressive melodico, con brani lunghi, anche divisi in suite e brevi brani strumentali. Il nuovo cantante Simone Baldini Tosi ha una voce molto particolare che ricorda Peter Nicholls degli IQ. Tecnicamente bravi gli altri componenti del gruppo, tra cui spicca Cristiano Roversi che oltre ad un buon uso delle tastiere utilizza anche il Chapman Stick, strumento utilizzato spesso dai maestri Tony Levin e Trey Gunn dei King Crimson.

La prima parte del lavoro è indirizzata verso le sonorità classiche del progressive sinfonico, con una chiara ispirazione ai Genesis di Peter Gabriel. Non convincono però la suite divisa in quattro parti Solaris che scorre via senza sussulti ed emozioni, né la successiva Emotionaut ballad più dura rispetto alle prime tre tracce. Nella seconda parte del disco i brani acquistano più vitalità e sono più accattivanti rispetto ai primi.

Ottimo esempio Dreamlord con una bella intro di tastiere ed una buona cura del sound. Molto interessante la parte centrale del brano con un incedere tra basso e tastiere molto d’atmosfera, per poi finire con un bell’assolo di chitarra, sicuramente il brano migliore del disco. Stupenda invece la strumentale Sonya In The Search Of The Moon – Part V che offre una rilettura in chiave moderna dei brani strumentali dei Genesis. A chiudere la ballad sinfonica The Lighthouse Song.
Un disco complesso e multiforme, piuttosto “freddo” e con alti e bassi, discontinuo. E’ come se il gruppo non fosse riuscito a trovare la giusta alchimia e amalgama per tutta la durata dei 71 minuti ed in tutte le tracce.
Consigliato esclusivamente agli amanti del genere.

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