La Rua Catalana: Island Tales

La Rua Catalana, combo beneventano, con Island Tales debutta ufficialmente tra prog e rock col tratto della bellezza, Osanna, Buckley e Jethro Tull dietro l’angolo

La Rua Catalana

Island Tales

Octopus Records

rock, progressive rock, funk

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la rua catalanaDopo due Ep, Island Tales sigla il passo ufficiale dei beneventani La Rua Catalana, piccolo grande combo dedito ad un prog-rock “folkerizzato” che s’impegna fedelmente con ogni direttrice di ascolto, dodici percorsi d’autore che non hanno nulla da invidiare con “storie sonore” d’oltre Manica, una dozzina di “sogni e vibrazioni” inconfondibili.

Mix di timbri e mood, poi chitarre, flauti traverso, viole, violini, didgeridoo, cajon e tanto altro per fare “festa mobile” tra stereo e testa, per stare in sintonia piena con le storie e i ricordi che i La Rua Catalana imbastiscono in questa tracklist, punto di incontro di uno spessore tecnico e creativo di prim’ordine.

Ascoltando bene si incrociano – oltre che la piacevolissima “intrusione” de L’Arechi Quartet e altri amici di sempre – equilibrismi di Strawbs The colonel, Tullianismi vari Goodbye, la tradizione prog tricolore, Il Volo Slow down, Osanna Moon’s joke, e tutta la sognante compagine degli straordinari verticalismi mid-psichedelici del tempo che fu.

Prodotto da Giuseppe Fontanella, ex 24Grana, cantato in inglese e idealizzato nel convento dei frati minori di Zungolo (Avellino), il disco è una fonte rigenerante di buono, e a conferma arrivano la dolcissima Song to Jeff (dedicata a Jeff Buckley) e il pindarismo d’archi che Gold and silver wings regala a fine corsa, degna chiusura tra malinconie di un parallelo “concerto grosso” di smalto straordinario.

Della serie, la bellezza non da tregua!

 

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Max Sannella
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