Kayseren: Il gioco di regina

I romagnoli Kayseren esordiscono con Il gioco di Regina, tre tracce che suonano a mille e su cui puntare gli assi delle scommesse

Kayseren

Il gioco di regina

(Autoproduzione)

rock

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KAYSERENSicuramente una nuova rivelazione rock si sta aprendo verso padiglioni auricolari oramai “radar” puntati su qualsiasi cosa che deragli dai soliti stereotipi. A darne certificazione questo bell’esordio dei romagnoli Kayseren, , 3 tracce  ispirate dalle avventure (contestualizzate) di Alice nel Paese delle Meraviglie, e le “decantano” con robusti rifferama Seventies, con quel pathos distorto zeppeliniano toccato da una verve vocale dalle lontane attinenze alla Pelù, una short tracklist che vive, brucia e si riproduce con una dinamica promettente, molto promettente.

La triade sonica, Filippo Filippini chitarra/voce, Alex Romagna basso e Alessandro Leonardi alla batteria/cori, in queste tre tracce mette una vibrazionale andatura elettrica che si fa notare, guadagnando punti anche per la specificità della trama sviluppata, non rock pur di fare rock, ma una esperienziale – da parte dell’ascoltatore – sorpresa amplificata su cui puntare molto in futuro.

Le bordate amperiche di Nella Tana del Bianconiglio, il passo subdolo di Il gioco di Regina e  l’epilessia di pedaliere che prende L’ora del tè, formano la tripletta con cui i nostri cercano di arrembare la scena allargata degli ascolti, e della quale bisogna guardarsi le spalle.

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Max Sannella
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