Jookabox: Dead Zone Boys

David Adamson è il cacciatore di fantasmi in Dead Zone Boys, terzo disco del progetto multi stilistico Jookabox

Jookabox

Dead Zone Boys

(CD, Asthmatic Kitty Records )

psichedelia, hip-hop

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Nel nome di Jookabox si cela il one-man band David “Moose” Adamson, al terzo album come incarnazione di questa identità, accompagnato da altri musicisti come Dan Dacon.

Dead Zone Boys è una moltitudine di situazioni, stili e generi, un vero è proprio juke-box (come si evince dalla storpiatura del nome “Jookabox”), dove l’hip-hop, la musica tribale, urli e coretti si amalgamano e vanno e vengono con cadenza regolare in quasi tutte le tracce.

Cerca di fare un po’ tutto Adamson ricorrendo spesso ad allusioni di fantasmi e zombie (come nel lo-fi di Zombie tear drops), ed è come se si manifestassero nella notte festosa di Halloween, vedi You cried me, brano molto accelerato che a tratti ci ricordano i più recenti Outkast. In Phantom dont’go fanno da padrone atmosfere tribali, pronte ad invocare qualche spirito di una antica tribù pellerossa, aleggiando nell’aria insieme alla percussività generale del brano. E cavalcando anche paesaggi desertici, come nella ballad western di Evil Guh, dove ci si immerge nella classica città fantasma abbandonata.

Non propriamente originali i coretti alla Bee Gees di East Side Bangs/East Side Fade come altre situazioni. Con la pecca di non far decollare in pieno il disco per la mancanza di unità di stili, troppo variegati e fini a se stessi. Come se il disco fosse un fantasma in pena che si aggira nei meandri di un castello in una notte di luna piena.

Restano comunque buoni spunti, a conti fatti è un disco piacevole all’ascolto, ma che non sarà ricordato dai posteri per le classifiche del decennio.

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