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Intervista a IDavoli

Anche in Italia abbiamo degli alfieri del punk-funk. Sono IDavoli. Li abbiamo raggiunti per farci raccontare il loro progetto

idavoliRock Shock. Complimenti per il disco, che mi è piaciuto molto. Un Greates Hits che in realtà è il sunto dei vostri primi Ep e che è quindi il vostro primo disco; io ho cercato di raccontarlo nella recensione, volete presentarlo e parlarcene un po’ voi?

IDavoli. Sì, è il nostro primo disco, però più che un sunto dei precedenti Ep è la miscela di tutte le influenze respirate fino ad oggi. In realtà solo un pezzo (White Tape) faceva già parte di un precedente Ep. Gli altri sono tutti pezzi scritti appositamente per il disco e il fatto che abbiano avuto una lunga gestazione ha fatto sì che alla fine questo disco fosse un po’ il meglio degli ultimi anni. Quindi un Greatest Hits, che tra l’atro, oltre ad essere il primo disco, dal titolo può essere già anche quello postumo!!!! Scherzi a parte, più che il titolo crediamo sia importante il contenuto, e sinceramente siamo soddisfatti del lavoro uscito. Visti anche i vari cambi di formazione in corso d’opera e di conseguenza il lungo lavoro sui pezzi, è un disco molto denso di contenuti (quantomeno musicali…) e di influenze. Partendo infatti da un approccio più new-wave saltellante, questo lungo periodo ci ha portato anche a sviluppare il nostro modo di suonare e le nostre influenze virando un po’ più verso il punk–funk americano, ad essere un po’ più psichedelici o aggiungere un po’ di elettronica. Se lo avessimo composto e registrato nel giro di qualche mese o al massimo di un anno non sarebbe uscito un lavoro del genere. E non avremmo potuto chiamarlo Gratest Hits.

RockShock. Questo potrebbe essere davvero un greatest hits, per la qualità e la maturità che dimostrate, ma invece è il vostro punto di partenza, dove volete arrivate?

IDavoli. Non ci interessa arrivare da nessuna parte. Quello che conta è il viaggio. Speriamo di viaggiare parecchio!!!!!

RockShock. Le influenze dei grandi gruppi new wave si sentono tutte, ma sono amalgamate con una bella attitudine funky che è presente in tutto il disco, come sono nate queste due anime nel gruppo? E come convivono così bene insieme?

IDavoli. Come dicevamo prima, nel corso del tempo abbiamo avuto anche vari cambi di formazione. Questo ha fatto sì che avessimo a che fare con le esperienze e le influenze musicali di varie persone, il resto è venuto da sé. Non ci siamo scervellati più di tanto per raggiungere un preciso risultato. Cerchiamo solo di miscelare al meglio il background di ogni singolo componente aggiungendo poi qualcosa di originale che caratterizzi il pezzo.

RockShock. Avete mai pensato di cantare in italiano o preferite l’inglese per esprivermi meglio e per avere anche una possibilità internazionale?

IDavoli. Sì, sicuramente con la stesura dei nuovi pezzi proveremo a sviluppare cantati in italiano. Se non salta fuori qualcosa di veramente originale continueremo con l’inglese.  Intanto la promozione del disco avverrà in Italia, ma l’idea di proporre il progetto IDavoli anche all’estero non è assolutamente da escludere.

RockShock. L’idea di metterlo in ascolto gratuito su Soundcloud è secondo me molto coraggiosa ma necessaria per una band emergente che vuole comunque farsi conoscere, immagino quindi abbiate un buon rapporto con la rete e con lo sharing.

IDavoli. Dobbiamo essere realisti. I canali che ha la musica indipendente sono ridotti all’osso, l’unico modo di trovare persone a cui possano interessare progetti come il nostro (in Italia soprattutto) è la rete e lo sharing. Per questo abbiamo deciso di caricare il disco interamente su Soundcloud.

RockShock. Come si scrive esattamente IDavoli? E da dove arriva questo nome?

IDavoli. “IDavoli” è la dicitura corretta. L’origine di questo nome viene da una drum synth anni ’80 della famosa marca “Davoli”, capace di generare suoni molto caratteristici.

RockShock. Avete spedito il cd a David Byrne?

IDavoli. Hai il suo indirizzo personale ? :D

davoli drum synth
Davoli drum synth


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