Gr3ta: Gr3ta

Dopo un album pubblicato negli Stati Uniti, torna la band di Cuneo con un disco a metà strada tra l’elettronica e il rock alternativo. I Gr3ta chiamano questo genere ugly pop, che è caratterizzato da un sound davvero potente. Provare per credere

Gr3ta

Gr3ta

(Cd, Bagana Records)

electro, alternative rock

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La limpidezza che nasce dalla lordura. L’ordine che scaturisce dal caos. L’armonia che emerge dalla dissonanza. Gr3ta, il gruppo di Cuneo con già un album all’attivo (Please Kill Me, pubblicato per l’etichetta statunitense Renaissance Records) chiama questo strano ibrido di opposti ugly pop. E il secondo lavoro della band può a pieno diritto essere inserito in questo nuovo genere musicale.

L’album si chiama semplicemente Gr3ta, e contiene dieci canzoni a metà strada tra l’elettronica e l’alternative rock, tra il trip hop e la dance, il tutto sorretto da una buona dose di sperimentalismo. Il risultato? Una musica impetuosa e martellante, attraversata da una vena dark e malsana (la linea vocale è in perfetto stile Marilyn Manson), in cui però riesce ad emergere un ordine pacificatore. Brani come All Hero3s (Are Dead) e An Hat3 Song sono una scarica di suoni sporchi e metallici, alternati e sovrapposti tra loro in modo tale da creare, attraverso una ripetitività ben studiata, una struttura razionale e armonica, quasi orecchiabile. Ugly pop, appunto: un’orecchiabilità sgraziata.

La formula porta a risultati eccellenti in Happy, brano immerso in un’atmosfera cupa e ottundente, costruita attraverso suoni aciduli e grezzi che si sviluppano n crescendo inarrestabile di minime variazioni. Altrove, invece, l’ordine geometrico restituito attraverso il sapiente alternarsi di dissonanze e di variazioni è tutt’altro che rassicurante. In Chatt3rbox e in Glow Special gli arrangiamenti sono giocati su minime modificazioni paranoiche e ossessive, che creano una sensazione da incubo, piena di angoscia.

Questo è un disco in cui la musica viene prima sviscerata nelle sue componenti costitutive, e poi riassemblata giocando con il ritmo e le pause, con le distorsioni e i suoni puliti, con le ripetizioni e la variazioni, regalando così a ciascun brano un’energia unica. Sarà pure un pop sgraziato, ma questo è il pop che ci piace.


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Sofia Marelli
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