God Is An Astronaut

Age of the Fifth Sun

(Cd, Revive Records)

post rock, elettronica

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Aspettavo davvero con ansia il ritorno in studio dei God Is An Astronaut. Dopo il bellissimo album omonimo, i tre ragazzi irlandesi ci riprovano con il loro quinto lavoro ed una nuova alchimia.

Age of the Fifth Sun è un album autunnale, che ben figura con questa estate che tarda ad arrivare, recupera le sonorità più meditative, non sconvolgendo ne riscrivendo le regole del gioco.

Si tratta sempre di post-rock, che scivola via sulla pelle senza particolari impegni celebrali e con meno sussulti graffianti del precedente album. Ma è un lavoro assolutamente più dilatato, malinconico e che porta con se tutta la voglia di riascoltarlo ancora una volta.

Suoni circolari ed a tratti cosmici che, come i paladini del genere Mogwai, sono sempre diversi da se stessi, ma stilisticamente fedeli all’originale senza mai autocitarsi con troppa insistenza. Paradossalmente più vicini al rock che all’universale definizione di post, i God Is An Astronaut portano con se una grande carica spirituale e quella psichedelia che unitamente all’easy-listening, fanno di Age of the Fifth Sun un album dannatamente piacevole.

Il loop è in continuo movimento non ponendo nessuna scelta definitiva tra malinconia e rabbia estatica. Si fluttua dalla dolce dilatata decadenza di Dark Drift, passando per il crescendo elettrico di Shining Through arrivando al finale ambient senza mai esplodere definitivamente, lasciandoci così, con le nostre flebili energie in attesa della fine.

Se vogliamo, non è il miglior album del trio irlandese, ma forse non c’è mai stato. I God Is An Astronaut sono una band che hanno mantenuto un alto standard qualitativo costante nel tempo, sin dagli esordi. E questo ultimo lavoro non è da meno.