Francesco Cafiso: Angelica

Dopo Giovanni Guidi, un’altra promessa del Made in Italy firmata Cam Jazz

Francesco Cafiso

Angelica

(Cd, Cam Jazz)

jazz

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Ancora una volta un giovane talento prodotto dalla Cam Jazz: trattasi del sassofonista (contraltista) siciliano Francesco Cafiso – appena ventenne, ma con alle spalle già una lunga gavetta che lo ha visto muovere i ‘primi passi’, a soli nove anni, con esperienze sotto l’egida dei grandi nomi della scena internazionale. Successivamente (e anteriormente) al decisivo incontro con Winton Marsalis, si vedrà vincitore di svariati premi di grande prestigio, fra cui: il premio Eurojazz a Lecco; l’International Jazz Festivals Organization Award a New York; la World Saxophone Competition a Londra e il Django d’Or a Roma.

Questo suo nuovo lavoro, Angelica, alterna celebrazioni di alcuni degli standard classici del jazz americano – fra cui Sonny Rollins, Billy Strayhorn e la title track di Duke Ellington – a composizioni originali tratte dal suo repertorio. E’ in effetti sorprendente vedere (ma soprattutto sentire) come un ragazzo di vent’anni riesca a infondere sensibilità armonico-paratattica lungo le linee strutturali dei brani, senza tuttavia eccedere in virtuosismi beboppistici, e allo stesso tempo mirando all’essenziale grazie ad una ricercatezza melodica (per quanto si possa parlare di melodia) perlopiù scarna.

Purtroppo, però, l’immaturità si fa sentire presto. Anche se siamo certamente di fronte ad un compito ben fatto, e questo per un jazzista giovanissimo è già molto. Ma non si può dire comunque di un album con ‘punti di fuga’ eccezionali, o magari solo eccentrici, al fine di lasciar intravedere un qualche eventuale (futuro) sviluppo di propensioni più o meno personali(zzate). Il talento c’è, l’esperienza necessaria pure, manca soltanto un’attitudine maggiormente soggettiva, una maniera differente di affrontare il genere, tanto da far risaltare il proprio punto di vista musicale – diversamente forse dall’altro astro nascente del (cam) jazz italiano, Giovanni Guidi.

Le basi ci sono, insomma: ora è tempo di mettere da parte le formalità: e sbagliare adesso (mi arrischio..) sarebbe anche legittimo.

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