Fjieri: Endless

Endless è l’eccellente debutto del collettivo di musicisti Fjieri, composto da membri di Porcupine Tree e Japan!

Fjieri

Endless

(CD, Forward Music)

progressive rock, ambient

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Fjieri è un interessantissimo collettivo di musicisti nato da un nucleo iniziale di quattro membri: Nicola Lori (chitarre), Stefano Panunzi (tastiere), Angelo Strizzi (batteria e percussioni) ed Elio Lori (basso). Dopo aver ascoltato un provino della band, Richard Barbieri, attualmente tastierista dei Porcupine Tree nonchè in passato membro fondatore di una delle più sofisticate band degli anni ’80, i Japan, decide di unirsi a loro. Barbieri ha riconosciuto in quei suoni pieni di atmosfere e ambiente, uniti ad una ricerca del suono pulito ed a una composizione comunque classica e rock (più vicina al progressive) dei brani, un potenziale che aveva bisogno della sua mano esperta per poter decollare.

Endless è il debutto di questo collettivo e si avvale della collaborazione di altri musicisti di eccellente calibro che hanno sposato il progetto: Mick Karn, straordinario ex-bassista dei Japan, Gavin Harrison, attuale batterista dei Porcupine Tree e recentemente in tour con i King Crimson, Tim Bowness dei No-Man (band fondata da Steve Wilson dei Porcupine Tree), la vocalist giapponese Haco ed un veterano dei circuiti italiani più originali come Andrea Cimenti.

Con un piede saldo nell’avanguardia ed uno nella più sofisticata tradizione melodica continentale, Endless è un disco che mette in scena un viaggio affascinante, da concepirsi come opera completa ed originale. Chi ama i Porcupine Tree ed i Japan riuscirà a cogliere molte sfumature e situazioni di queste gloriose band. A cominciare con il viaggio mistico della iniziale A reality apart, efficace brano strumentale ambient e d’atmsofera. Ad occhi chiusi vede Andrea Chimenti alla voce e Mick Karn al basso veramente in grande forma (“è ad occhi chiusi che voglio camminare” recita Cimenti). Marcinelle è un riuscito brano soft lunge con un grande assolo di chitarra nel finale. La title-track Endless è meravigliosa, sembra uscita dalle session di Gone to the earth di David Sylvian, ma nel finale ricorda momenti progressive –rock degli ultimi Porcupine Tree, da In Absentia in poi. Soul eaters è puro rock aggressivo, con una bella prova della vocalist Haco, con a seguire l’efficace coda strumentale (in realtà un altro brano) The breathe of the earth.

Endless scrive una pagina importante della musica contemporanea, una nuova fase del rock post-romantico, che nella sua costruzione progressiva non mette mai da parte una sentita devozione per la canzone d’autore. Ne esce un disco ibrido prezioso, una rivelazione, per chi sa guardare oltre la grande tradizione del rock progressivo britannico.

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