Entourage: Prisma

Questo sono i siciliani Entourage, fra alt-rock all’italiana e sperimentazioni rassicuranti

Entourage

Prisma

(Cd, Seahorse Recordings/Audioglobe)

alt-rock

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Non dubito sulla sincerità degli Entourage, power trio messinese qui in ballo col loro album d’esordio, Prisma. E non è possibile negare allo stesso tempo le qualità/potenzialità di cui è sufficientemente fornita la band. Per un orecchio allenato, è in effetti facile ritrovare lungo i “solchi” dell’album oggetti preziosi rivelatori della loro stoffa reale. E non lo dico per ipocrisia o acquiescenza.

Proprio perché in pezzi come Boom o Age – guarda caso, le parti più tirate dell’opera – si percepisce chiaramente, pur con tutte le derivazioni di sorta, una tensione di fondo ben distribuita fra le parti vocali e lo sferragliamento percussivo-chitarristico (sono comunque evidentissimi gli influssi del solito alternative-rock/noise all’italiana). Così come procedono alla grande anche i nove minuti di Segnali di fumo, fra Sonic Youth e stoner, e la felice sperimentazione “televisiva” – quasi una specie di Blob sonoro – di Xself.

Ciò che risulta invece meno convincente, fra macerie di Marlene Kuntz e Verdena (nonché Afterhours..), è la ricorrenza con cui vien fuori un certo accomodamento compiaciuto, stavolta sulle mollezze (e sulla falsariga) del più facile e ovvio chitarrismo post-rock (soliti arpeggi, fra l’altro in minore) e del languore lirico. E si badi: non sono difetti gravissimi questi, considerando gli intenti rivendicati dagli Entourage. Solo semplici ostacoli allo stacco netto, qualcosa come una verve personalizzata che faccia meravigliare l’ascoltatore per la proprio unicità.

Bisognerebbe puntare più in alto, forse.

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Angelo Damiano Delliponti
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